Minacce agli amministratori locali, Latina città pilota di un programma nazionale

10/06/2016 di
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Prefettura-di-Latina-2Finalmente è arrivato dal Senato il via libera al disegno di legge sul contrasto delle intimidazioni nei confronti di amministratori locali e, contemporaneamente, a Latina si insedia in Prefettura la sezione provinciale dell’Osservatorio Nazionale su tale fenomeno. Un provvedimento, quello del prefetto Pierluigi Faloni, che si inserisce in un programma di intervento stilato dal Ministero dell’Interno.

La problematica venne analizzata a fondo in Senato già durante la seduta del febbraio 2015 della commissione d’inchiesta, durante la quale furono messi sul tavolo i dati relativi alla realtà italiana, provenienti da relazioni delle Commissioni e della Direzione Investigativa Antimafia, nonché dai risultati questionari predisposti dalle 106 prefetture su richiesta della Commissione stessa. E il quadro che emerse non è di certo rassicurante.

La relazione andava a fornire una serie di tabelle e grafici sulla consistenza del complesso fenomeno delle intimidazioni nel 2013 e nel primo quadrimestre del 2014, pari complessivamente a 1.265 casi (870 nel 2013 e 395 nel 1° quadrimestre 2014, con un trend di crescita purtroppo significativo). Le regioni più colpite sono la Sicilia, la Puglia, la Calabria, la Sardegna e la Liguria. L’analisi tiene in considerazione le diverse forme di intimidazione: da quelle più gravi  – incendi di auto o beni privati, utilizzo di armi da fuoco o ordigni esplosivi, aggressioni fisiche  –  fino ai casi più lievi, ovvero lettere e telefonate minatorie, nonché minacce varie.  La maggior parte di stampo criminale e/o mafioso. Senza contare il fatto che moltissimi episodi non vengono denunciati per paura di possibili ritorsioni ed è spesso difficile per magistratura e forze di polizia effettuare le indagini in ragione proprio della scarsa collaborazione da parte dei diretti interessati.

Si aggira attorno ai 70 il numero dei casi emersi di dimissioni (individuali o collettive) di amministratori locali negli ultimi quarant’anni conseguenti ad atti intimidatori. Quasi un consiglio comunale su tre, tra quelli dimissionari, cade a causa di episodi espliciti di tale natura.

Centrale è il tema degli omicidi degli amministratori locali: dal 1974 ad oggi sono stati 144 gli omicidi consumati nei confronti di amministratori locali. Certamente il boom di questo fenomeno si è avuto negli anni ’80, periodo in cui si sono registrati ben 61 morti, in particolare in Sicilia, Campania e Calabria. Tuttavia ancora oggi ci troviamo a registrare alcuni casi. Come nel 2013, quando si consumano gli omicidi di Laura Prati, sindaca Cardano al Campo (Varese) e di Alberto Musy, consigliere comunale di Torino.

Rimanendo nella realtà pontina, risale allo scorso marzo l’episodio che ha coinvolto un dirigente del Comune di Aprilia, la cui è auto è stata bersaglio di una serie di colpi di pistola. E non è neanche il primo caso nel comune a nord di Latina. Le cronache rimandano alle dimissioni dell’assessore alle Finanze Antonio Chiusolo nel dicembre del 2013 si dimise, denunciando di avere subito pesanti minacce. Un caso che fu oggetto anche di un’interrogazione alla Camera, nella quale venne sottolineata l’asfissiante e stanziata presenza nel territorio apriliano di nuclei criminali facenti capo alla ‘ndrangheta, proprio come confermato recentemente dal questore De Matteis in Commissione Antimafia.

Occorrono delle strategie per prevenire e contrastare il fenomeno degli atti intimidatori nei confronti di amministratori pubblici locali”, furono le parole, risalenti allo scorso febbraio, del Ministro dell’interno Angelino Alfano dopo la riunione al Viminale dell’Osservatorio permanente. Quella fu l’occasione per annunciare un nuovo progetto: l’istituzione in via sperimentale di sezioni provinciali volte a combattere in loco tale criticità.  Sette Prefetture pilota: Latina, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Verona, Foggia e Cagliari.  Uno strumento in più per il territorio pontino, presieduto dal Prefetto e composto dal Questore, dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, dal sindaco di Fondi in rappresentanza dell’Anci e dal vice presidente della Provincia in rappresentanza dell’Upi.

L’Osservatorio Provinciale, come si legge nel documento firmato dal capo di Gabinetto della Prefettura di Latina, Monica Perna, ha lo scopo di “prevenire e contrastare gli atti intimidatori nei confronti di amministratori pubblici locali e ha l’obiettivo prioritario di monitorare il fenomeno, approfondire le cause che lo determinano ed individuare adeguate iniziative di supporto che tengano conto dell’esperienza quotidiana di coloro che vivono nei governi locali e che siano in grado di rispondere in maniera differenziata alle diverse situazioni territoriali.” Senza dubbio un’arma in più per combattere la criminalità organizzata,  e che cerca di arginare uno dei mezzi più importanti utilizzati quest’ultima per assicurarsi e consolidare una fetta dello scacchiere decisionale del territorio.