VIDEO Sabaudia, votata la sfiducia al sindaco Lucci. Ora si attende il commissario

04/05/2016 di
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Approvata la mozione di sfiducia al sindaco di Sabaudia Maurizio Lucci. Alle 22:40 al termine di un lungo consiglio comunale la sfiducia è passata con 9 voti favorevoli. Si pone così fine al secondo mandato dell’ormai ex primo cittadino. Hanno votato a favore della sfiducia: Zeoli Antonio (Lucci Sindaco), Bianchi Renato (Fratelli d’Italia), Polisena Piera (Lucci Sindaco), Belmonte Temistocle (Lucci Sindaco), Secci Giovanni (PDL), Mignacca Luca (PDL), Pastore Marcellino(PDL), Gervasi Giada (Cittadini al Lavoro) e Bianchi Amedeo (Viva Sabaudia Viva).

Il sindaco Maurizio Lucci ha abbandonato l’aula poco prima del voto. Il presidente consiliare Avvisati Vincenzo (Lucci Sindaco), pur essendo presente al momento della votazione, ha preferito astenersi. Gli altri 5 consiglieri della maggioranza, Bertolissio Marco, Moretto Paola, Giuliani Piero, Iodice Gabriele e Volpato Giuseppina hanno invece scelto di abbandonare la seduta e di non votare la sfiducia, per manifestare il loro appoggio al sindaco Maurizio Lucci.

IL SINDACO. Durante il suo lungo intervento Lucci ha criticato la sfiducia rispondendo alle numerose accuse che gli sono state rivolte. Ha sottolineato l’inopportunità di una sfiducia che arriva proprio all’avvio della stagione estiva. «Non credo di aver lasciato un segnale negativo – ha spiegato Lucci in aula – Ora vi aspetto alla campagna elettorale, a me interessa solo il giudizio della città. Ho sbagliato a non dare adeguata attenzione nel dialogo con l’opposizione». L’ex sindaco ha poi annunciato che non intende mettersi da parte e che parteciperà alle elezioni del prossimo anno, anche se solo in veste di consigliere comunale.

DURO CONFRONTO IN AULA. Sono state tre ore e mezzo molto tese quelle durante il quale Maurizio Lucci ha avuto modo di confrontarsi con i membri del consiglio comunale, prima di passare al voto per la mozione di sfiducia. Si è discusso di Cuc, di parcheggi a pagamento, di rifiuti: tutte scuse, a dire del sindaco, per mascherare quelli che sono soltanto risentimenti personali nei suoi confronti. Parole dure soprattutto verso quei membri della maggioranza che il mese scorso hanno presentato e firmato la mozione, primo fra tutti il consigliere Piera Polisena a cui Lucci si è rivolto direttamente dicendo che “è grazie ai miei voti, ai voti di chi sta qui, del presidente del consiglio, se sei entrata in questo consesso. Grazie a chi ha voluto darvi la possibilità di essere eletti. Nella vita comune, ma soprattutto nella vita politica succede che ci si divida, si cambiano le strade e si va verso altre direzioni. Succedono tutti i giorni passaggi, cambiamenti e tradimenti. Ognuno si prenda le sue responsabilità”. Accuse forti per la maggioranza accusata, quindi, di aver voltato le spalle al proprio “leader” per scendere a patti con l’opposizione.

Il consigliere Piero Giuliani ha poi rivolto dei pesanti attacchi al gruppo di Fratelli d’Italia e in particolare all’ex assessore alla Cultura Marilena Gelardi. “Ci avete accusati sulla stampa di minacce, ci avete chiamato cerchio magico. Ebbene, sono orgoglioso di far parte del cerchio magico, perché a differenza vostra abbiamo sempre lavorato per il bene della città. L’assessore Gelardi è stata un’innovatrice per quanto riguarda la rassegna “Incontri con l’autore”: mentre prima era gratis, con il suo intervento è stata a pagamento. La rassegna viene organizzata dal settore dal 1995 e fino a qualche tempo fa non ha mai comportato spese per l’ente”. Neanche i consiglieri Polisena e Belmonte sono sfuggiti alle parole “al veleno” esternate da Giuliani, che ha addirittura richiesto al segretario comunale di verificare se ci siano, nei documenti contabili da lui illustrati, gli estremi per una segnalazione all’Autorità Giudiziaria.

La risposta della giovane Polisena non si è fatta attendere, precisando che provvederà a tutelarsi legalmente per le diffamazioni ricevute. Ha ricordato poi al sindaco Lucci che “l’era della dittatura è finita da un pezzo”, per sottolineare come nel corso degli anni l’atteggiamento del sindaco sia stato sempre quello di “minacciare di buttare fuori dalla maggioranza” i consiglieri che non si fossero allineati alle sue proposte. Altrettanto chiara è stata la risposta del capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Bianchi, che ha spiegato come ci sia una motivazione esclusivamente politica per la decisione di presentare una mozione di sfiducia, in quanto “Dal sindaco è mancata la condivisione e non siamo più in accordo con la sua gestione della cosa pubblica”.

Poco prima di passare al voto per la mozione il sindaco Lucci ha deciso di abbandonare la seduta consiliare, ma non prima di ribadire che tale situazione sia frutto solo di “ripicche personali e di interessi di parte”.

In difesa del primo cittadino ha poi preso la parola il consigliere Marco Bertolissio, ribadendo l’appoggio del suo gruppo al sindaco e la loro intenzione di non partecipare alla votazione per la sfiducia, per poi allontanarsi lui stesso insieme agli altri consiglieri del Gruppo Misto.

Importanti anche le dichiarazioni fatte in chiusura dal consigliere di opposizione Giada Gervasi. Il capogruppo di Cittadini al Lavoro ha fatto notare come le affermazioni fatte in sede consiliare dai membri della maggioranza, riguardo i dissidi con il sindaco nati già da alcuni anni, siano in contrasto con le loro azioni degli ultimi mesi. “Il 9 di febbraio il sindaco ha presentato le dimissioni. Il 14 di febbraio sui giornali locali ho chiesto a tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione di dimettersi se non c’erano più le condizioni per portare avanti un’amministrazione e oggi sento che i problemi nascono dal 2013. Quindi perché procrastinare?”. Se tutto il gruppo consiliare si fosse dimesso entro la fine di febbraio, nel mese di giugno si sarebbero svolte regolarmente le elezioni amministrative e si sarebbe evitato per Sabaudia un anno di commissariamento.

Ora si attende, dunque, l’arrivo del commissario prefettizio che traghetterà il Comune verso le nuove elezioni. Ma a quanto pare la campagna elettorale è già iniziata.