L’ex sindaco di Sermoneta pubblica un romanzo giallo

14/04/2016 di
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antonio-scarsella-libro-giallo-palude-redentaDopo più di dieci anni sindaco di Sermoneta e sei di presidente del Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, Antonio Scarsella finalmente svela la sua altra grande passione: il romanzo giallo. Suggestivo il titolo della sua opera d’esordio, “Giallo nella Palude Redenta. Agnelli, lupi e figli delle tenebre nella Latina dei primi anni Cinquanta”, edito da Atlantide editore, con un’introduzione a firma della professoressa Floriana Giancotti.

Sabato 16 aprile alle ore 18:30 sarà presentata presso l’Open Point di Enrico Forte in Corso della Repubblica 88, di fronte la facoltà di Medicina. Insieme all’autore discuteranno del libro l’editore Dario Petti, il consigliere regionale e candidato sindaco di Latina Enrico Forte, modererà l’incontro il giornalista Mauro Nasi.

Il lettore viene immerso in una complessa vicenda che, partendo dal ritrovamento di un cadavere lungo un canale di Tre Ponti, vedrà il giovane maresciallo dei carabinieri Duilio Spolon impegnato a dipanare un’intricata matassa nella Latina-ex Littoria degli anni Cinquanta, quando la questione contadina era ancora uno dei problemi più importanti della vicenda nazionale, mentre internamente era alta la conflittualità tra coloni assegnatari dei poderi dell’ONC e i contadini della collina lepina che si erano sentiti espropriati delle terre della pianura e ne rivendicavano il possesso.

La questione si complica politicamente perché i coloni veneti assegnatari dei poderi votavano in massa per la Democrazia Cristiana, mentre i contadini poveri dei Lepini erano legati al Partito Comunista e al Partito Socialista, insomma i “bianchi” contro i “rossi”. Si aggiungono le pressioni della stampa locale e quelle dei superiori che spingono verso una celere e indirizzata soluzione a cui le analisi e l’istinto del maresciallo non sottostanno. Il viaggio attraverso i luoghi e le persone per interrogare familiari e conoscenti delle vittime rivela infatti un sistema di sottopotere che imbriglia la vita dei poveri coloni.

Il rapporto tra pianura e collina è il filo rosso che tiene insieme i ragionamenti, suggerisce piste di ricerca per le indagini. Il territorio è costantemente presente nel racconto, non semplice sfondo o teatro dell’azione ma colui che contiene i segni che spiegano la storia degli uomini.

Al centro c’è sempre la terra. L’atavico desiderio di diventarne proprietari, i sacrifici, le promesse, il riscatto, l’indebitamento, le speculazioni sul loro bisogno. E poi l’opportunismo che non conosce cambiamento di regime. Un romanzo che nasce come un giallo ma diventa occasione per un’approfondita analisi sulla storia locale e sulle eterne caratteristiche del potere e dell’uomo in generale.