Maxi furto di energia, arrestati a Latina ex dipendenti Enel. Contatori manomessi con il magnete

19/02/2016 di
carabinieri-contatore-enel-corrente

carabinieri-contatore-enel-correnteOltre 1,3 milioni di euro di energia elettrica rubata di cui 630 mila euro solo in Sardegna, la punta di un iceberg che vede complessivamente ammanchi a livello nazionale per centinaia di milioni. Per questo tipo di furto un gruppo di specialisti, di cui facevano parte due ex dipendenti infedeli di Enel Distribuzione, viaggiavano in Sardegna, Lazio, Sicilia, Toscana e Veneto per manomettere i contattori e abbassare anche del 70-80% le bollette di privati, ma anche di supermercati, negozi, bar e locali. È quanto hanno accertato i carabinieri della Compagnia di Villacidro, coordinati dal capitano Valerio Cadeddu, che questa mattina hanno arrestato cinque persone per associazione per delinquere finalizzata al furto di energia elettrica.

Oltre cento i denunciati per furto e evasione fiscale. I provvedimenti hanno colpito Gianluca Corda, di 39 anni, commerciante di Guasila (Cagliari), Michele Franco, di 51, residente a Decimoputzu (Cagliari) ma domiciliato a Latina, Marco Mossa, di 58, commerciante di Quartu (Cagliari), e i due ex dipendenti di Enel Distribuzione di Latina, Marco Sarangeli, 47 anni, di Cisterna di Latina, e Nereo Magni, di 53, di Cori (Latina). Tutti sono finiti ai domiciliari.

Il novanta per cento delle persone denunciate è sardo. Le indagini, a cui hanno collaborato anche i tecnici e gli esperti di Enel Distribuzione, sono iniziate a marzo dello scorso anno e si sono concluse a luglio, accertando il furto di energia per oltre un milione di euro in soli cinque mesi.

INCHIESTA PER CASO. La maxi truffa sull’energia elettrica è stata scoperta dai carabinieri di Villacidro durante un’indagine sullo spaccio di sostanze stupefacenti. I militari, tenendo sotto controllo Gianluca Corda, sospettato di essere coinvolto nel giro di droga, hanno scoperto che in realtà si «guadagnava da vivere» diversamente. Manometteva, con l’aiuto di altre persone, i contatori dell’energia elettrica – soprattutto quelli più datati e per le utenze domestiche tra i tre e i cinque kw – piazzando vicino un magnete. In questo modo si riusciva a ridurre la rendicontazione dei consumi registrata dal misuratore, favorendo così l’utente che pagava bollette ridotte del 70/80 per cento.

I carabinieri hanno deciso di approfondire le indagini che hanno consentito di ricostruire il collegamento tra Corda, Marco Mossa e Michele Franco. Questo ultimo, domiciliato a Latina, aveva contatti con i due ex dipendenti Enel Distribuzione Marco Serangeli e Nereo Magni, licenziati per motivi disciplinari. I due venivano appositamente in Sardegna per modificare i contatori over 10/15 kw destinati a supermercati e attività commerciali di ogni genere.

L’organizzazione contava sul passaparola tra gli utenti che contattavano i sardi per le modifiche. Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’attività illecita fruttava anche tremila euro al giorno per 4/5 manomissioni. L’utente pagava una tantum a seconda del tipo di contatore, dai 600 ai 1.500 euro, per le utenze più potenti si faceva una media della bolletta: se in un anno una attività commerciale pagava diecimila euro di luce, l’organizzazione si faceva pagare cinquemila euro per la manomissione.