MAFIA, PRESENTATO DOSSIER SU BENI CONFISCATI NEL LAZIO

29/11/2007 di
«Obiettivo 100% : riprendiamoci il maltolto»: così si chiama il dossier presentato oggi dai consiglieri regionali de La Sinistra sui beni confiscati nel
Lazio alla mafia e che presenta un quadro a tinte chiaro-scure sul riutilizzo dei patrimoni mafiosi rientrati in possesso allo Stato e sulle infiltrazioni criminali nella nostra regione.

 
Il Lazio, secondo il dossier aggiornato ad ottobre 2007, è la sesta
regione italiana per numero di beni confiscati alla criminalità organizzata, 334 di cui 266 nella provincia di Roma, 188 nella Capitale. Seguono Latina con 39 immobili confiscati, Frosinone con 25 e Viterbo con 4. Soltanto a Roma, però, il riutilizzo di quei beni ha raggiunto la cifra ragguardevole del 77% mentre a
Frosinone, ad esempio, si raggiunge appena il 16%. «A Roma – ha spiegato il consigliere regionale del gruppo la Sinistra, Enrico Fontana – l’iter amministrativo dei beni, secondo la legge 109 del ’96, frutto delle battaglie dell’associazione Libera di don Ciotti, si è concluso per 213 immobili, circa il 64% del totale, di cui 133 trasferiti ai Comuni della provincia di Roma per
attività istituzionali o per finalità sociali».
 
Due le principali organizzazioni criminali operanti nel Lazio sottoposte alla confisca dei beni: la banda della Magliana, operante a Roma gli scorsi decenni e il gruppo camorrista dei Casalesi, più attivo nella zona sud della regione. «Proprio i beni confiscati a questi ultimi sono i più difficili da ridestinare – ha aggiunto Fontana – la spiegazione si trova nel fatto che mentre la banda della Magliana non è più esistente, abbiamo il fondato sospetto che esistano ancora pressioni da parte delle bande criminali ancora attive sul riutilizzo del patrimonio frutto di attività illecite».
 
La regione Lazio è destinataria dei beni confiscati per il loro riutilizzo grazie
alla legge Finanziaria del 2007 che ha previsto uno stanziamento
di due milioni di euro.