LEGAMBIENTE: SCORIE NUCLEARI, SUBITO UNA COMMISSIONE

26/11/2007 di

Riceviamo e pubblichiamo una lettera
aperta da parte della Legambiente di Latina sulle scorie nucleari e sugli
indennizzi territoriali
.


 
"Sono trascorsi quarantaquattro
anni dall’entrata in funzione e venti dalla sua chiusura, e la centrale
nucleare di Borgo Sabotino si trova a fare i conti con la sua fase di
“decommisioning”.
In merito alla gestione
della problematica la Legambiente di Latina chiede, attraverso questo
documento, l’avvio di un percorso che rappresenti un salto di qualità decisivo
per il nostro territorio.
Un primo gradino è
rappresentato dalla realizzazione del deposito “provvisorio” dei materiali
radioattivi di prima e seconda categoria presenti nel sito, per quelle di terza
categoria, una volta rientrate dalla Scozia, si pensa di collocarle in un sito
europeo. 

 
Quello appena iniziato,
rappresenta un momento storico sia per l’impianto che per la nostra
collettività. Dopo aver “sperimentato” sulla propria pelle l’avvio
dell’avventura nucleare nel nostro paese, ora si “sperimenterà” una procedura
di decommissiong che allo stato dell’arte non ha parametri comparativi a
livello mondiale.
A differenza del passato,
non possiamo accettare che anche questa volta la popolazione residente venga
esclusa dai processi decisionali.

 
 
Facciamo diventare questa scelta un’occasione di sviluppo reale,
sostenibile, certo e compatibile con il
nostro territorio:
 
        si
riutilizzi il sito del CIRENE per scopi produttivi senza emissioni (energie
rinnovabili e alternative); perché non creare, a tale proposito un centro
sperimentale per la produzione di idrogeno partendo da energie rinnovabili (es.
solare)?
        si
trovi una forma di compatibilità con il Poligono di tiro, i cui addetti
potrebbero molto più seriamente occuparsi della sorveglianza al deposito,
piuttosto che continuare a sparare cannonate inutili in mare;

        sia
annesso al Parco Nazionale del Circeo l’intero perimetro del Poligono stesso e
si trovi, anche qui, concordandola con l’attuale gestione, una forma di
fruizione (anche solo stagionale) da parte dei visitatori, che così non
dovranno più subire assurde denunce e potranno vedere finalmente com’è fatto
dall’interno il Castello di Torre Astura.
        venga
rinaturata e rimboschita tutta l’area interessata fino a Nettuno;
        Si
crei un parco archeologico marino di fronte a quel litorale;

        Si
riclassifichi l’intera area che va da Foce Verde a Capoportiere, tra il canale
Colmata e la spiaggia, secondo la classificazione impressa dall’amministrazione
regionale, consentendo la riqualificazione dell’intera area con regole certe ed
accettabili da tutti;
        vengano
abbattute tutte le realizzazioni attualmente esistenti e ricostruite con
caratteristiche architettoniche riqualificanti 300 metri più indietro (così
come prevedono i PTP);
        si
rendano obbligatori, per le nuove realizzazioni, criteri costruttivi tesi al
risparmio energetico, all’uso di materiali rinnovabili e all’inserimento
estetico-paesaggistico dei manufatti;

        venga
smantellata la strada del lungomare e rimboschita con essenze autoctone la
fascia liberata dalle costruzioni, all’interno della quale potranno essere
realizzate piste ciclabili ed equestri, parchi giochi per bambini, impianti
sportivi a basso impatto ambientale, ecc.

 

Per gli
aspetti di loro competenza, vengano presi accordi con le altre amministrazioni
comunali interessate dai Poligoni (Nettuno e Sabaudia) per armonizzare il
progetto.

 
 
L’intera
area diventerebbe così il più grande Parco Litoraneo dell’intera Europa, con
potenzialità di richiamo turistico che superano di gran lunga eventuali
perplessità legate alla presenza del deposito di scorie. Infine, si interrino o
siano deviate le linee di alta tensione nel tratto di maggiore contiguità tra
le stesse (per 4 chilometri a sud e 2 chilometri a nord della centrale) in modo
da eliminare gli imponenti campi magnetici attualmente esistenti.

 

I denari per realizzare tutto questo e
per farlo funzionare a regime, ci sono già! Indubbie sarebbero le ricadute
economiche per la nostra città:
Da
un calcolo approssimativo da noi effettuato dalle su citate proposte  si potrebbe avere un’occupazione diretta di
almeno 2.500 persone per circa 20 anni ed altrettanta per l’indotto. 

 
 
Per dare sostanza a
questo percorso e per dare il reale senso di unitarietà sull’opzione  dovrà essere formata un’apposita commissione
a livello comunale in cui siano rappresentati tutti gli enti locali, i partiti,
le associazioni ambientaliste, le associazioni di categoria, i sindacati,
rappresentanti della ASL e dell’ARPA.
 

Verso tale direzione vanno
registrate le posizioni espresse dai consigli della 4 circoscrizione e della
Latina Centro.

 

Questo il quadro della
proposta che, crediamo, dia una forma più precisa al nostro senso di
“ospitalità”, ma soprattutto, al di là delle facili critiche che ci pioveranno
addosso (tipo la monetizzazione del rischio o eventuali interessi economici da
parte nostra), dia il senso dell’apertura di una “vertenza territoriale” dove
tutti noi (al di là dell’appartenenza politica) ci sentiamo controparte attiva
nel chiedere ed ottenere il riscontro dei nostri diritti e non più spettatori
passivi dell’imposizione di ulteriori servitù".
 
 

Gustavo Giorgi
Legambiente Latina