Tangenti, Lollo parla altre 9 ore e lancia nuove accuse

08/10/2015 di
giudice-antonio-lollo

lollo-antonio-finestraHa parlato altre 9 ore l’ex giudice Antonio Lollo, a Perugia, davanti ai magistrati che indagano sulle tangenti al tribunale di Latina. Lollo ha confermato quanto già precedentemente dichiarato, fornendo ulteriori dettagli su alcuni episodi di corruzione. Ha negato l’ipotesi di concussione, sostenendo che tutti i partecipanti erano «consapevoli di ciò che avveniva» e nessuno è stato costretto a fare nulla. Ha anche confermato le accuse nei confronti dei commercialisti Alberto Polonio e Luciano Lodo, i suoi accusatori, sostenendo che in realtà anche loro hanno tratto benefici, nonostante non ci fosse un vero patto di corruzione che però, a suo avviso, si sarebbe potuto concretizzare.

NUOVE ACCUSE. Nuovi elementi sono stati forniti in merito alla posizione dell’avvocato Vincenzo Manciocchi, amico di vecchia data di Lollo, il cui nome era già emerso in precedenza seppur l’avvocato al momento non risulta indagato. Lollo sostiene di aver liquidato 400.000 euro in due tranche al professionista che aveva necessità di estinguere un mutuo e, in cambio, gli avrebbe regalato un quadro del valore di 8.000 euro. Per altri incarichi Lollo sostiene di aver ricevuto circa 22.000 euro da Manciocchi. Ora la Procura dovrà verificare tali dichiarazioni così come le altre pesanti accuse dispensate da Lollo nei 3 giorni di interrogatori a Perugia in sede di incidente probatorio.

avvocato-giovanni-laurettiINDAGINE DEGLI AVVOCATI. Intanto l’Ordine degli Avvocati di Latina ha chiesto gli atti dell’inchiesta alla Procura di Perugia per poter avviare un’indagine disciplinare interna nei confronti dei numerosi avvocati citati da Lollo durante gli interrogatori.

SENTENZE DA ANNULLARE. Arrivano anche le prime conseguenze legate all’inchiesta. Dopo aver letto le dichiarazioni di Roberto Amatore, anche lui giudice della Fallimentare, il quale ha raccontato che le sentenze di Lollo venivano scritte da altri o erano frutto di un copia-incolla, molti si domandano se tali sentenze possono essere considerate regolari e legittime. E arrivano già le prime impugnazioni, come quella del caso del fallimento Tecnodesign RS. L’avvocato Salvatore Fieramonti aveva chiesto la revoca della sentenza già nel luglio 2014 per conto del legale rappresentante della srl. Amatore racconta dettagli inquietanti al pm: «Intorno alla metà del 2014 emerse in maniera documentale una circostanza che mi era già stata riferita in precedenza da una cancelliera. Il dottor Lollo era solito far redigere le sentenze dichiarative di fallimento su un modello prestampato, contenente una motivazione standard e perciò solo apparente, da personale della cancelleria». Le sentenze sono stringate, spesso si lasciano vuoti addirittura alcuni campi con dati necessari e per questo i legali stanno valutando i ricorsi.

Quante sentenze rischiano l’annullamento? Quanti danni comporterà tale operazione? Il caso Lollo sembra davvero solo all’inizio.