La mamma di Arianna: Voglio risposte sulla morte di mia figlia

03/08/2015 di
arianna

ariannaArianna Briasco è morta a soli 16 anni per una probabile overdose nel bagno della casa del padre. Ora la mamma chiede risposte, sottolineando di aver più volte denunciato l’uomo che avrebbe “iniziato” Arianna nell’uso delle droghe. Denunce rimaste inascoltate, non solo per spaccio, ma anche per stalking visto che l’uomo perseguitava la ragazza.

e la sua storia non dobbiamo dimenticarle. Morire a 16 anni, uccisi dalla propria sofferenza non si può. Ma Arianna se ne è andata così, nove giorni fa, chiusa nel bagno di casa, a poca distanza dal suo corpo una siringa. La madre sottolinea: «Non parlate di overdose, non sappiamo ancora cosa sia successo, stiamo aspettando l’esito dell’autopsia». Non abbiamo il potere di cambiare le cose, non di quelle già accadute, ma abbiamo il dovere di fare un tentativo che guardi al futuro, a tutti quei giovani che devono affrontare il proprio dolore e scelgono una strada che li porta alla distruzione.

«La morte di mia figlia era annunciata – spiega Barbara Votta in un’intervista al Messaggero – non siamo riusciti ad aiutarla, noi, le istituzioni, chi aveva il dovere di sostenerci». La ragazza è stata ospite di diverse comunità, i genitori hanno così tentato di allontanarla dall’ambiente di Latina dove Arianna ha conosciuto l’uomo che spacciava droga di cui forse si era anche invaghita. «Ho denunciato quattro volte quell’uomo – racconta la madre – non è mai successo nulla, l’ho denunciato perché spacciava, per lesioni, per stalking, ma non sono mai riuscita ad allontanare mia figlia da lui».

ari-anna-facebook-2Arianna sarebbe dovuta andare nella comunità di don Mazzi, ma non ha fatto in tempo. Venerdì 24 luglio si è chiusa nel bagno della casa di campagna del padre, dove è stata trovata a terra con una siringa accanto. Non è ancora certo che la siringa sia stata adoperata e che si tratti di overdose da eroina, gli esami tossicologici non sono ancora arrivati e potrebbe trattarsi anche di altre sostanze.

Ora Barbara Votta chiede alla polizia di far luce sulla morte della figlia. «Voglio sapere cosa è successo – dice – non si iniettava droga, le siringhe erano spuntate solo da pochi giorni, ne siamo sicuri. Chi gliele ha date? Era una bambina, fragile, era la mia unica figlia e voglio che venga ricorda per quello che era, una ragazza sensibile e amata da tantissimi amici e dai suoi insegnanti».

profilo-ari-annaIntanto il profilo Facebook di Ari Anna, così si era registrata sul social network, è una raccolta interminabile di pensieri e ricordi degli amici, ciò che rimarrà per sempre.