FONDI, L’ISOLA DEI CIURLI SI PUO’ DEMOLIRE
di MARCO CUSUMANO *
Ora lisola dei Ciurli si può demolire. Lecomostro costruito alla fine degli anni 60 è stato definitivamente confiscato e passerà nelle mani del Comune di Fondi che difficilmente potrà trovare altra soluzione rispetto alla demolizione.
Il simbolo dellillegalità e dellabusivismo, tristemente famoso a livello nazionale, è stato confiscato definitivamente grazie alla sentenza della Corte di Cassazione (terza sezione) che, dopo ludienza del 26 aprile scorso, ha rigettato il ricorso del proprietario della lottizzazione.
Ora lecomostro è nelle mani del Comune che, in teoria, potrebbe recuperarlo per un utilizzo sociale. Ipotesi assolutamente improbabile visto che ormai, dopo 37 anni, il cemento armato degli sceletri è rovinato e andrebbe sottoposto ad una costosissima manutenzione. Inoltre quegli sceletri possono difficilmente essere impiegati se non come residenze. Senza contare che sono in molti ad invocare la demolizione di un orrendo simbolo dellabusivismo e dello scempio ambientale.
La vicenda iniziò nel 1968, quando la cooperativa Isola dei Ciurli ottenne dal Comune di Fondi il permesso a costruire 60 ville su una area di 21 ettari. Allepoca del rilascio dei permessi il Comune di Fondi non aveva un Prg. Già nel 1971, il commissario straordinario Barbato, annullò le concessioni e, nel 1974, furono annullati per illegittimità i permessi a costruire per le prime 21 ville già rilasciati, dopo aver verificato che lintervento edilizio assumeva tutte le caratteristiche della lottizzazione a scopo edilizio e quindi aveva bisogno di un piano particolareggiato.
Intanto era stato approvato, nel 1973, un Prg che imponeva una serie di norme di salvaguardia. Oltre allannullamento delle concessioni, il provvedimento del commissario dispose anche la demolizione di tutte le opere realizzate.
Ma poi, dopo il commissariamento, si insediò la nuova amministrazione comunale e la cooperativa Isola dei Ciurli ottenne il ripristino delle concessioni edilizie annullate. Contemporaneamente il caso della lottizzazione si ramificò in una serie di complesse battaglie legali terminate con alcune condanne. Dopo anni di silenzio, durante i quali lintera vicenda sembra ormai dimenticata, la coop venne liquidata perché in stato di insolvenza, con obbligo di «vendita dei terreni e dei rustici insistenti».
Il nuovo acquirente è il titolare della società ICIM, il commerciante Mario Monacelli. Quasi contemporaneamente, il 20 marzo 1978, la Regione Lazio approva il nuovo Prg del Comune di Fondi che sembra voler congelare lesistente salvando così i 21 scheletri. Tra condoni, varianti, e battaglie legali la vicenda arriva ai giorni nostri, fino al luglio 2004 quando il Tribunale di Latina condanna Monacelli e, soprattutto, dispone la confisca dei terreni per lottizzazione abusiva.
Oggi quella sentenza è diventata definitiva. Da oggi abbattere lecomostro è concretamente possibile: vedremo cosa farà il Comune. (* Il Messaggero, 11-05-2007)