BLOG – So’ de Latina. Vi racconto le mie vacanze pontine

07/06/2020 di

Mercoledì sono andata a Sperlonga, nel centro storico. Per chi non ci fosse mai stato, immaginatela come una piccola Sermoneta marittima, con scalinate, scorci, bellezza. Per chi non fosse mai stato a Sermoneta, immaginatela come un luogo che toglie il fiato non solo in senso metaforico ma proprio fisicamente, perché per visitarla devi fare scale e salite.

Tornare a Sperlonga, quindi, mi ha fatto venire voglia di rivedere Sermoneta.
Sono andata a Sermoneta e mi è venuta voglia di andare a Bassiano, poi a Norma, a Priverno, infine di nuovo quel desiderio di mare e allora giù a Sabaudia e Gaeta.

Ho notato che il paesaggio marittimo della provincia di Latina è simile a quello californiano, con palme sparse, colline e vegetazione, coltivazioni di frutta e verdura.

La differenza con la California è che qui costa tutto meno. A Terracina ho pagato sei euro per una frittura di pesce. Pesce fresco. Calamari e gamberi, tanto sale e limone. Croccante e pesante al punto giusto. In California non la fanno mica una frittura così.

Ok, direte voi, stai semplificando, ma provate a fare questo gioco e poi ditemi se funziona: mentre guidate per raggiungere Sperlonga, immaginate di non essere in Italia. Siete in un paese straniero e state percorrendo la via Appia per la prima volta. Quanti alberi! E che belli quei casali sparsi in prossimità delle migliare. Vi verrà la tentazione di andare su internet per capire dove siete, cercherete via Appia e (ri)scoprirete la sua storia. Vi assicuro che anche le automobili che incontrerete per strada vi appariranno belle.

Questi giorni di vacanza nell’Agro Pontino mi hanno così esaltato che ho deciso che da grande diventerò Assessore al Turismo e pure alla Cultura. Farò diventare il nostro territorio ricco e famoso.

Tutte queste cose che vi ho scritto le ho immaginate mentre scendevo con affanno una scalinata a Itri (a proposito, quando diventerò Assessore al Turismo e alla Cultura la festa medievale di Itri sarà patrimonio dell’umanità), finché i miei pensieri sono stati interrotti da un’anziana che sussurrava “Signorina! Signorina!”
Mi sono girata per vedere con chi ce l’avesse, ma la signorina ero proprio io.
Wow.

L’anziana – non voglio esagerare – aveva circa cent’anni o al massimo 98. Era un po’ gobba, gambe gonfie, fazzoletto intorno alla testa e ciabatte di panno blu che le ho invidiato molto.
Doveva salire la scalinata ma era ferma, aggrappata al muro.
Mi sono avvicinata e mi sono resa conto che era cieca in un occhio.
“Mano” mi ha detto.

Prima di darle la mano mi sono infilata la mascherina e ho cercato per 10 minuti l’Amuchina nello zaino.
La signora dava segni di impazienza e ripeteva: “Mano!”
Finalmente ho trovato l’Amuchina e mentre la spalmavo su tutto il corpo a mo’ di crema abbronzante ho chiesto alla signora: “Vuole favorire? C’è il virus, meglio disinfettarsi”
L’anziana ha lasciato la mano con cui si aggrappava al muro usandola per mandarmi a quel paese e per mostrarmi che lei aveva il fazzoletto intorno al collo per proteggersi dai virus.
Ho annuito.
Le ho dato la mano per aiutarla a salire, ma non riusciva comunque.

“Marito” mi ha sussurrato. Ho chiamato a squarciagola mio marito che nonostante il suo occhio cieco era riuscita a vedere.
Finalmente ora, con la mano sinistra nella mano di mio marito e la mano destra nella mia, la signora riusciva a salire.
Dopo tre scalini si è staccata da noi.
Iniziava il tratto di muro con il corrimano e non aveva più bisogno del nostro aiuto.

“Signora, possiamo accompagnarla in cima se vuole…”
Ha staccato la mano al corrimano per mandarmi a quel paese ed è salita lentamente con le sue ciabatte di panno blu e il fazzoletto per proteggersi dal virus.
Mi sono cosparsa il corpo di nuovo con l’Amuchina e ho ripreso a scendere faticosamente le scale.

Se la scalata politica per diventare Assessore al Turismo e alla Cultura deve essere così faticosa, comprerò anche io delle ciabatte di panno blu.