BLOG – So’ de Latina. Scambiamo le figurine?

29/03/2020 di

Ho un problema: sono facilmente suggestionabile. Guardo un film, leggo un libro, vedo il telegiornale e mi immedesimo troppo in quello che accade. Non importa se le storie sono vere o no. Soffro e gioisco insieme ai personaggi. Capite bene che è una gran fatica, soprattutto in questo periodo dove siamo continuamente bombardati da notizie spiacevoli.

I primi giorni di diffusione del virus infatti ero sempre triste.
Mi sentivo prima cinese, malata e vittima di atti razzisti.

Poi ero Mattia, il paziente zero lodigiano, infettato, colpevole. Tutti conoscevano i miei spostamenti, il nome di mia moglie e del mio futuro figlio (io e mia moglie lo dovevamo ancora decidere ma da Barbara D’Urso il pubblico ha televotato per Stefano. Carino no?)

Poi ero il paziente zero di Latina, la mia foto girava su tutti i gruppi whatsapp e le voci narravano che lavoravo in tutte le ferramente di Latina e dei borghi, così per un po’ le persone hanno smesso di aver bisogno di andare in ferramenta e per compensare questa mancanza si sono riversate nei supermercati.

Poi ero bergamasca, ma anziana, perché dicevano che il virus colpiva gli anziani.
Poi ero bergamasca, ma giovane, perché ci hanno ripensato e hanno detto che il virus colpiva anche i giovani.

Poi sono stata veneta, milanese eccetera.
Dopo tre settimane ero stanca di essere tutti, così ho smesso di guardare i notiziari e mi sono dedicata alla mia piccola esistenza. Quanto è bello essere solo se stessi!

Ho deciso quindi di guardare le serie tv più famose ed emozionanti perché non avevo mai visto serie tv. Mi sono fatta consigliare dai miei amici.

“Amici, voglio vedere le serie tv più famose ed emozionanti.”
“Tranquilla, ci pensiamo noi.”
Ecco, non state mai tranquilli quando vi dicono di stare tranquilli.

Le serie tv più famose ed emozionanti sono anche quelle più ansiogene, almeno per me che come ho detto sono suggestionabile.
Quando vedevo “Scrubs” ero convinta di avere tutte le malattie che i medici cercavano di curare. Con “La casa di carta” pensavo di avere gli stessi squilibri psicologici di uno dei protagonisti (e ancora non lo escludo). Guardando “Breaking bad” pensavo di avere problemi di droga come il co-protagonista (però senza drogarmi).

Basta serie tv. Già faccio fatica a vivere la mia vita, figuriamoci tutte quelle degli altri.
Ho spento Netflix e sono tornata al mio vecchio amore, Fantozzi, che da piccola mi faceva tanto ridere. Niente da fare. Questa volta mi immedesimavo in Mariangela, la figlia dai tratti scimmieschi (e giustamente perché i centri estetici sono chiusi da venti giorni). Mi sono dedicata ai libri ma la mia biblioteca trasuda allegria come Maria de Filippi.

Ho aperto Facebook, la mia ultima salvezza, magari lì avrei trovato qualche post simpatico. No, ora tutti scrivono quello che ricordano dopo aver visto i telegiornali e non tutti hanno buona memoria.
Aiuto.

Cerco momenti di leggerezza con la stessa bramosia con cui da piccola cercavo le figurine mancanti dell’album Panini.
Quindi lancio un appello: scambio racconti di momenti felici. Non importa se sono rovinati o sbiaditi. Quello che conta è che contengano felicità.

Lo so che abbiamo tanto di cui preoccuparci, ma vuoi mettere la soddisfazione nel completare un album di figurine?
Te la ricordi quella sensazione di perfezione nello sfogliare pagine dove tutti i rettangoli numerati sono coperti da immagini adesive?
Pensaci bene perché se hai la figurina che mi serve sono disposta a dartene anche cinque delle mie.