ARDEA, MARITO UCCIDE LA MOGLIE E POI SI SUICIDA
Sei colpi di pistola. Tutti a segno. Cinque per lei, 47 anni, casalinga. Uno per lui, che dopo aver ucciso la donna dalla quale aveva avuto cinque figli e dalla quale era ormai separato di fatto, ha riservato l’ultimo colpo per sè. Uccidere e morire, per mettere fine ai litigi. Per mettere fine a tutto. Lui, Patrizio G., perito informatico di 62 anni originario di Ancona, un lavoro solido e una casa in località Nuova Florida ad Ardea (Roma) a pochi minuti dal mare e lei, Katia C., 15 anni di meno e cinque figli, tre femmine e due maschi, casalinga, avevano capito da tempo che quel matrimonio era arrivato al capolinea. E avevano deciso di separarsi. Una decisione che sembrava condivisa ma che aveva dato origine ad un calvario di litigi. I carabinieri di Ardea e di Anzio, che stanno cercando di ricostruire gli ultimi movimenti della coppia, confermano che le testimonianze in questo senso sono univoche. I due litigavano spesso, anzi litigavano sempre. Hanno litigato fino all’ultimo minuto: poco dopo le 13 nella villetta di Ardea i coniugi si azzuffano ancora. Al piano superiore i due figli più piccoli, di 16 e 17 anni, dormono. Non li svegliano nemmeno le urla dei due che, vicino alla porta d’entrata, stanno litigando ancora una volta. Sarà l’ultima. Lui estrae una pistola semiautomatica dalla tasca, la arma e spara: uno, due, cinque colpi. La donna crolla a terra, morta. A quel punto l’uomo si punta la pistola alla testa e spara. Il fragore dei colpi di pistola sveglia i due ragazzini. Il più grande scende e vede lo strazio. Chiama il 118, chiama i carabinieri. Quando i volontari del soccorso e i militari arrivano vedono i due corpi a terra. L’uomo respira ancora ma sarà per poco. Muore tra le braccia del medico che lo assiste. La pistola è poco lontana: è un’arma tra le più potenti in commercio, una Desert Eagle Smith and Wesson calibro 44 magnum i cui colpi hanno straziato il corpo della donna. La pistola, una delle tante custodite da Patrizio G., era regolarmente denunciata. Resta da stabilire cosa, questa volta, abbia fatto degenerare il litigio. Certo è che da giorni i vicini sentivano le urla e le porte sbattute, gli improperi, le parolacce. Fino a stamani, quando sei colpi di pistola hanno messo definitivamente uno stop a una storia ormai finita.