IL MARE PUO’ ASPETTARE, ECCO LE VACANZE DEI VOLONTARI

12/08/2010 di

Ha un volto poco noto e poco chiassoso l’estate di quei giovani, o meno
giovani, che rinunciano al mare o alle passeggiate in montagna per regalare a chi
vive in difficoltà i giorni delle proprie vacanze.

Questi ‘volontari dell’estatè –
studenti o impiegati nei settori lavorativi più disparati nel corso dell’anno – non
sono mosche bianche, ma una realtà ben consolidata nel nostro paese.
Decine e decine le organizzazioni che possono contare, in Italia o all’estero, su di
loro. A sentirli parlare non si sentono eroi, non snobbano i divertimenti. Sono,
però, alla ricerca di un contatto umano più profondo ed offrono un contributo
concreto alle causa.

Barbara Ravarino è una studentessa diciottenne di Vercelli.
È appena rientrata dall’Aquila dove negli ultimi mesi è stata più volte come
volontaria, nell’ambito dei progetti per i terremotati coordinati dal Csvnet, la rete
dei centri di servizio di volontariato. Nella ‘missionè di agosto – afferma la
ragazza, una ex scout – «ho pulito con altri giovani il Parco del Sole, vicino alla
Chiesa di Collemaggio. Dopo il terremoto lì c’era una tendopoli. Il parco era messo
male. Abbiamo tagliato gli alberi, sistemato le piante. Ora è un’altra cosa». Tutto è nato
quest’inverno, quando alcuni volontari sono andati nella sua scuola per parlare di
quello che si poteva fare all’Aquila: «eravamo interessati in alcune decine, poi sono
partita solo io. Per fare la volontaria all’Aquila – aggiunge- ho rinunciato alle mie
vere vacanze ma non mi pento: in discoteca ci vado tutto l’anno». E poi, «è stata un’
esperienza favolosa, lì si è tutti una grande famiglia, si vive in un clima di
rapporti informali e di disponibilità. Si lavora tanto, ci si stanca ma ci si diverte
anche tantissimo. Sono molto soddisfatta. E a settembre ripartirò per l’Aquila».

Estate diversa anche per Giancarlo Rufo, 31 anni, di Cisterna di Latina, artigiano
nell’azienda di famiglia, sposato e padre di un bambino. Nonostante sia un ‘espertò
del settore (è commissario della Croce Rossa Italiana locale), Giancarlo quest’
estate resterà a casa, passerà i suoi pochi giorni di vacanza con i 28 haitiani, di
cui 19 bambini, che la Cri ospita da sei mesi nella zona. «Partiranno il 25 agosto –
afferma – e non me la sento di partire per le vacanze. È un impegno che esula dalla
quotidiana attività di volontariato che svolgiamo. In questo caso, più di altre
volte, sul piatto della bilancia so di ricevere molto di più di quanto do». Un
esempio? «Vedere un bambino di 11 anni che non ha mai mangiato per gravi problemi di
deglutizione e che dopo una paziente fisioterapia ora mangia, è una soddisfazione che
non ha uguali». Ecco perchè «sacrifico le mie vacanze e quelle della mia famiglia per
trascorrere qualche giorno in più con questi bambini, accompagnarli al mare. È
un’estate molto ricca per me».

Ambrogio Sangalli è in Ciad. È un ginecologo di Biella, ha 58 anni; opera per conto
della ong Coopi. Si trova a Bitkine, a circa 450 chilometri dalla capitale. In
aspettativa dall’ ospedale dove lavora, Ambrogio interviene sulle donne con fistole
post-partum, un grave problema sanitario che, se non curato, condiziona la qualità
della vita. La prima volta che è volato in Ciad era il 1997 ma è dal 1979 che
collabora con la ong, per la quale è stato anche in Togo, Somalia, Camerun. «È
l’amore per il mio lavoro e per l’Africa – sottolinea il medico – che mi portano qui
ogni volta. Raccontare non è facile, bisognerebbe essere qui, vedere le donne come
soffrono e sapere che il contributo che si dà ha un grande valore. Per noi sono
piccoli atti, per loro è fondamentale. Non so descrivere l’emozione di vedere una
donna che torna alla vita».