MAXI SEQUESTRO DI MERCE CINESE TOSSICA E CANCEROGENA A TIVOLI

09/08/2010 di

Capi d’abbigliamento «prodotti mediante l’impiego di sostanze tossiche per la salute umana, nonchè cancerogene (cromo esavalente) in concentrazione notevolmente superiori ai limiti consentiti dalla normativa vigente e per cui inoltre si è omesso di segnalarne la presenza e l’esatto quantitativo utilizzato nella produzione». È la motivazione per la quale il gip del tribunale di Tivoli Pier Luigi Balestrieri ha disposto il sequestro preventivo di della merce di produzione cinese per evitare che venga commercializzata.

Nove i cittadini cinesi, 6 uomini e 3 donne tra i 52 e i 37 anni, indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Tivoli tutti provenienti dalla provincia di Zhejang e denominata «Master China». Ad eseguire il sequestro del grande quantitativo di merce, tra cui abbigliamento da uomo, donna, bambino, scarpe non idonee alla vendita, stoccata in un edificio di oltre 6mila mq in via Consolini a Tivoli Terme, una quarantina di agenti della polizia municipale dell’VIII Gruppo di Roma diretti dal comandante Antonio Di Maggio. Durante le operazioni, ancora in corso, alle quali è presente anche il delegato del Sindaco di Roma alla Sicurezza Giorgio Ciardi, è stato sequestrato un Tir che trasporta scarpe contraffatte proveniente dalla Spagna. Al grande magazzino al quale oggi vengono messi i sigilli, gli agenti della polizia municipale sono arrivati dopo aver scoperto, in alcuni negozi del quartiere Esquilino di Roma, capi d’abbigliamento che già a prima vista appariva non conforme alle norme comunitarie, «potenzialmente pericoloso per la salute» e privo di etichette con l’indicazione delle materie prime usate per la produzione. In quell’occasione era scattato già un primo sequestro probatorio disposto dal sostituto procuratore della Dda di Roma Carlo La Speranza. Da lì l’avvio delle indagini degli agenti diretti da Di Maggio con perquisizioni estese a tutto l’hinterland romano. Il magazzino a Tivoli Terme, suddiviso in 12 unità operative adibite a magazzini era utilizzato per lo stoccaggio della merce da diverse aziende – società Dream, società Citre srl, ditta Byk, società Chic srl e ditta Chen – che poi le commercializzavano nei diversi negozi della capitale. Le indagini proseguono per individuare eventuale altra merce pericolosa ed impedire che venga commercializzata sul mercato nazionale in considerazione del loro potenziale cancerogeno.