INFERMIERA SCOMPARSA A ROMA, CHIESTO GIUDIZIO PER STAZZI

18/05/2010 di

Omicidio e occultamento di cadavere: questi i reati per i quali il procuratore aggiunto Pietro Saviotti ha chiesto il rinvio a giudizio per Angelo Stazzi, l’uomo di 65 anni accusato della morte dell’infermiera del policlinico Gemelli, Maria Teresa Dell’Unto, scomparsa a Roma nel 2001.


Un delitto che sarebbe arrivato al termine di una lite tra i due per questioni economiche. La donna, infatti, aveva prestato in diverse occasioni soldi al collega, un amico di vecchia data con il quale forse era legata anche da un rapporto sentimentale. L’uomo, negli anni, l’aveva completamente soggiogata, in un rapporto fatto di richieste continue di denaro e prestiti. La mattina del 29 marzo di nove anni fa, però, Maria Teresa aveva deciso di dire basta, ma la situazione è drammaticamente precipitata e Stazzi, forse al culmine di una furibonda lite, l’ha uccisa. L’uomo era già stato individuato nella prima fase delle indagini, all’indomani del delitto, ma gli elementi a suo carico furono ritenuti dal gip «equivoci» e perciò non sufficienti per procedere con l’arresto. Dopo l’archiviazione del caso nel 2005 gli agenti dell’Unità delitti insoluti riaprirono le indagini nel 2008, trovando ulteriori indizi di colpevolezza. L’uomo infatti aveva messo in scena un allontanamento volontario della donna con un telegramma, partito da Torino, in cui la vittima spiegava ai familiari di stare bene e di voler essere lasciata in pace. Altro indizio un orologio che l’arrestato ha regalato ad una sua compagna, riconosciuto dai familiari di Dell’Unto di proprietà della donna. Poi l’uso, nelle settimane successive il delitto, del bancomat della donna, e di assegni dal suo libretto. Il 25 novembre scorso furono trovati i resti della donna nel giardino della vecchia casa di Stazzi a Montelibretti.I LEGALI – «Angelo Stazzi non è un omicida nè tantomeno è un omicida seriale». È quanto affermano in una nota gli l’avvocati Cristiano Pazienti e Cristiano Conte, i legali dell’uomo accusato della morte dell’infermiera del policlinico Gemelli, Maria Teresa Dell’Unto scomparsa nel 2001. Oggi alcuni quotidiani ipotizzano che Stazzi possa essere il serial killer individuato dalla sezione «Cold case» della squadra Mobile di Roma. «Abbiamo letto con assoluto sgomento le notizie apparse su alcuni giornali – si legge nella nota – secondo cui il presunto assassino della signora Dell’Unto, tutt’ora in carcere, avrebbe fra il 2007 ed il 2009 compiuto ben 10 omicidi». I legali «manifestano il fermo e deciso dissenso per la diffusione di notizie che allo stato non solo appaiono prive di riscontri ma non sono state poste nemmeno al vaglio dell’autorità giudiziaria alla quale, stando agli articoli apparsi, non sarebbe stata trasmessa alcuna informativa di reato». Gli avvocati prendono «le distanze da simili notizie che oltre ad essere del tutto infondate, spargono inutili e incontrollati allarmismi fra i cittadini. A tutela del nostro assistito riteniamo doveroso proporre una querela per diffamazione poichè la sua reputazione è stata più volte calpestata». Per l’avvocato Conte, infine, «la vicenda Dell’Unto è cosa completamente differente rispetto a quanto viene ipotizzato in queste ore. Stazzi è assolutamente estraneo ad un profilo di serial killer. Rispetto a questo fatto dell’inchiesta della Procura di Tivoli lo sappiamo solo attraverso gli organi di stampa. Nei mesi scorsi una abitazione che era nella disponibilità del nostro assistito è stata perquisita. Ma dopo di allora non c’è stato comunicato nulla».