EMODINAMICA, SERVIZIO A SINGHIOZZO: ALL’ICOT NON ARRIVANO I PAZIENTI

20/01/2010 di

Riguardo ai disagi legati alla mancanza di personale nelle strutture di
Emodinamica della Provincia di Latina, e in attesa di conoscere se l’Azienda USL di
Latina abbia programmato un piano provinciale, l’Ordine dei Medici ribadendo
ancora una volta l’estrema importanza di una branca ultraspecialistica della
Cardiologia, interviene sull’argomento.

“Buone notizie – scrive l’Ordine dei medici – arrivano dalla direzione della Asl ma solo per quanto riguarda il S.M.
Goretti. Un bando, le cui domande pervenute entro il 31 dicembre sono già al vaglio
della direzione, dovrebbe assicurare nei prossimi mesi il numero di medici e
infermieri adeguati per garantire almeno il doppio turno nel reparto del Goretti. A
parlarne è Edoardo Pucci, primario di emodinamica al Santa Maria Goretti, che
spiega come il bando rappresenti finalmente una svolta concreta nella strategia
aziendale al fine di un completamento dell’organico, in vista di una futura
disponibilità del servizio h24.

Al momento l’emodinamica nell’ospedale del capoluogo pontino è affidata a quattro
medici, due infermieri specializzati e un tecnico, che possono garantire solo un turno
operando sulle cosiddette procedure programmate”.

“Quest’anno – spiega il dottor Pucci – sono state eseguite 943 procedure. Un numero altissimo se si considera che
abbiamo lavorato con un solo turno di infermieri. Un risultato che, confrontato con
quello del San Camillo di Roma dove ne sono state eseguite 2.500, dimostra quali
potrebbero essere le potenzialità del Goretti lavorando a pieno regime e con una
seconda sala. L’obiettivo – continua Pucci – è quello di programmare procedure in
elezione per pazienti cosiddetti stabili, mentre oggi il nostro lavoro si rivolge
prevalentemente alle urgenze-emergenze. Già lavorando con il doppio turno – spiega
il dottor Pucci – potremo rispondere all’80% delle richieste, avviandoci così verso la
normalizzazione del servizio. Per quanto riguarda i tempi, una volta ottenuto il
personale in numero adeguato, con una strategia di affiancamento, si potrebbe partire
rapidamente. Purtroppo la situazione del Goretti riflette un problema a livello
regionale chiaramente Roma-centrico. Non si spiega perché non venga ancora
valorizzata l’emodinamica a Latina, una realtà dove in un anno si registrano al pronto
soccorso circa 300 casi di infarto, oltre a una serie di pazienti con sindrome
coronarica acuta. E dove un’emodinamica attiva h24 potrebbe sensibilmente ridurre
la mortalità di tanti cittadini. Importante inoltre – aggiunge Pucci – nella tempestiva
risposta a un infarto acuto, sarà costruire in tutta la provincia una rete ben salda,
attualmente assente, tra emodinamica, 118, pronto soccorso e unità coronarica”.
Situazione diversa è quella dell’Ospedale di Formia è sede di Dipartimento
d’Emergenza di un bacino di 250 mila residenti.

Diagnosi e cura dell’infarto acuto
devono essere tempestivi, quanto prima si agisce tanto più si salva il cuore. “Pertanto
– spiega il dottor Francesco Carta – la presenza dell’Emodinamica è di assoluta
importanza. La Cardiologia di Formia attualmente organizzata in una sola Struttura,
opera con organico incompleto e con solo due operatori di Emodinamica. Un numero
fermo agli anni Ottanta, è evidente quindi – continua Carta – la necessità di garantire
la disponibilità nelle ore notturne e nei festivi. Ma ciò non toglie che il servizio,
rispetto a qualche anno fa quando bisognava trasferire i pazienti a Roma, ha fatto
passi da gigante. Nel 2009 sono state eseguite 481 coronarografie con 246
angioplastiche di cui ben 118 cosiddette “primarie” o di “salvataggio”, 49
ventricolografie, 25 aortografie e arteriografie periferiche, 6 arteriografie delle arterie
sopra aortiche, 44 tra ecografie intracoronariche e valutazioni di flusso, un impianto
di contropulsatore aortico, 3 angioplastiche iliache, 1 femorale e 1 aortica. Questi
dati, che in alcuni casi riguardano anche patologie vascolari periferiche, dimostrano
come l’Emodinamica di Formia sia indispensabile per il sud della provincia e non
possa essere sostituita da quella di Latina”.

Un discorso a parte merita l’Icot di Latina. “Nella struttura universitaria dotata di
macchinari all’avanguardia per l’emodinamica e apparecchiature presenti solo in altri
due ospedali romani (San Camillo e Isola Tiberina) – come spiega Nicola Alessandri,
primario di Cardiologia – sono ancora pochi i cittadini che arrivano dagli ospedali
della provincia, spesso dirottati in nosocomi romani, con tutti i disagi legati al
trasporto lungo una strada come la Pontina. Il problema è da ricercare nella mancanza
di un’organizzazione, di un anello di congiunzione con il pronto soccorso. Eppure –
continua Alessandri – stiamo lavorando molto al fine di avviare una collaborazione
attiva con l’assistenza locale. E’ evidente che un ambiente universitario persegue
oltre ai fini assistenziali anche quelli legati alla ricerca e alla didattica, questo
significa che i turni sono più dinamici ed elastici rispetto a un ambiente ospedaliero,
possono dilatarsi dalle 12 fino alle 14 ore. Nello scorso anno su 400 pazienti
ricoverati circa l’80% hanno fatto esami emodinamici, tutti pazienti di Latina. Questo
dimostra il contributo assistenziale che stiamo offrendo. Sarebbe opportuno discutere
tutti sulla questione ponendo al centro la salute del cittadino”.

“Se è stato permesso attivare tre emodinamiche in provincia – afferma il Presidente
dell’Ordine dei Medici di Latina Giovanni Maria Righetti – se ne deduce che tutte e
tre avevano ragion d’essere: occorre farle vivere bene tutte. Mi piacerebbe – conclude
Righetti – riunire tutti gli operatori intorno a un tavolo presso l’Ordine”.