MARRAZZO, FORSE NUOVE CONTESTAZIONI AI CARABINIERI

08/11/2009 di

Potrebbero esserci a breve nuove iniziative della procura di Roma nei confronti dei carabinieri, o parte di essi, accusati di aver ricattato l’ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, sorpreso il 3 luglio scorso in compagnia di un transessuale in un appartamento di via Gradoli.


Il riconoscimento di alcuni di loro fatto da un paio di viados firmatari di denunce per rapina (computer, soldi, telefoni cellulari ed altro) compiute nella stessa zona in cui abita Nataliè, il trans che si trovava con Marrazzo, ha aggravato le posizioni dei militari chiamati in causa. L’attività di riscontro della magistratura su questo fronte di indagine, aperto per verificare se, oltre all’ex Governatore del Lazio, possano essere state ricattate altre persone, sarebbe quasi alla conclusione. Ovviamente, nel caso in cui le accuse dei transessuali rapinati trovassero conferma, per i carabinieri coinvolti scatterebbero nuove iscrizioni nel registro degli indagati e formali contestazioni. Anche oggi il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il sostituto Rodolfo Sabelli, titolari degli accertamenti, si sono riuniti con gli investigatori per un punto della situazione. Al vaglio degli inquirenti ci sono, tra l’altro, varie ipotesi di lavoro: una di queste verte sulla possibilità che i carabinieri ritenuti infedeli, o quantomeno alcuni di essi, possano aver protetto la banda di rapinatori romeni che, nella scorsa primavera, nella zona di Roma nord avrebbe preso di mira numerose persone, e tra queste Renzo Arbore. Oggi, intanto, il legale di Marrazzo, l’avvocato Luca Petrucci, è intervenuto precisando che il suo assistito «per legge non può abbandonare la giunta regionale, deve restare in carica come presidente della giunta, ruolo che per funzione corrisponde alla carica di consigliere regionale». «Marrazzo – ha aggiunto – risulta essere, per la carica di presidente della giunta, il settantunesimo consigliere regionale. Se si dimette non può essere sostituito da nessuno. Il presidente è obbligato a rimanere in carica fino alla proclamazione del nuovo presidente della giunta. Quindi Marrazzo non si può dimettere da consigliere regionale. E non può rinunciare allo stipendio, ma destina parte delle indennità, circa 7000 euro, in beneficenza».