UN’ATTRICE DI LATINA PROTAGONISTA DEL NUOVO FILM DI MOCCIA
Una ragazza di Latina è la protagonista del nuovo film di Federico Moccia. Si tratta di Veronica Olivier, classe 1990, che ha lavorato come modella prima di debuttare al cinema come protagonista del teen-movie Amore 14, la trasposizione dell’omonimo romanzo di Moccia.
La recensione del film.
Carolina detta Caro è una ragazza graziosa e solare che vive nel suo piccolo grande universo di tredicenne. Questo è composto dalla famiglia, dal padre infermiere, dalla madre che lavora in una stireria, dall’arcigna sorella maggiore e da Giovanni detto Rusty James, il fratello più grande per il quale ha una venerazione, oltre che dalle sue migliori amiche, Claudia detta Clod e Alice detta Alis. Assieme a queste, Caro scandisce il suo ultimo anno alle scuole medie in base all’evolversi dei palpiti e dei sussulti d’amore. Dopo aver finalmente incontrato il ragazzo dei suoi sogni ed aver perso il suo numero di cellulare, Caro trascorre infatti l’intero anno scolastico in attesa di poter rincontrare il suo principe azzurro dalla giacca di pelle e dai riccioli ribelli, cercando di capire cosa è amore e come lo si mette in pratica. Nel frattempo, l’adorato fratello maggiore abbandona gli studi di medicina contro il volere del padre per lavorare in una casa editrice e far pubblicare un suo romanzo. Ma anche i desideri dei ventenni sono difficili da realizzare.
Il segreto del successo di Federico Moccia sta nella semplificazione, nel cercare una complicità con le coscienze confuse delle giovani adolescenti tramite la rappresentazione leggera di un’età universalmente identificata come complessa. L’idea è più o meno la stessa che sta dietro al successo di certe riviste popolari teen: schematizzare e semplificare i problemi e il disorientamento delle adolescenti e affrontare, senza timore di essere troppo precoci, quei temi che il mondo dei “grandi” considera ancora tabù, rendendoli accessibili e facilmente gestibili. Il suo lavoro consiste sostanzialmente nel convertire in materia letteraria quegli articoli di pochi paragrafi e nel dare movimento ai quadri di quei fotoromanzi a puntate. Nel passaggio dalla carta alla pellicola, Moccia segue lo stesso approccio, sapendo bene che la semplificazione deve passare attraverso l’estetica e perciò richiede una certa attenzione riguardo ai gusti effimeri e disparati degli adolescenti. Per questo motivo costruisce il suo film passando in rassegna tutte le mode e i fenomeni tecnologici del momento, con il passo innocente e ruffiano di chi conosce le pratiche del cinema sugli adolescenti e sa che meno problematicamente li si rappresenta e più il successo sarà garantito. Anche i protagonisti maschili rispondono ai canoni di un immaginario femminile infantile: Massi, il ragazzo dei sogni di Carolina, è sosia di Riccardo Scamarcio e ha il portamento e la sfrontata sicurezza di un giovane Marlon Brando, mentre il fratello maggiore si chiama Rusty James perché dovrebbe somigliare al personaggio di Matt Dillon in Rusty il selvaggio ed è un aspirante scrittore con il fisico da modello di biancheria intima.
Alle rappresentazioni di un’adolescenza sguaiata e triviale come quelle dei teen movies americani o a quelle di giovani turpi e dissolute come le protagoniste di Thirteen, Moccia preferisce quindi le acque tiepide e placide di un tempo delle mele più dinamico e meno sentimentale, adattato al tessuto sociale della gioventù romana e ritmato dai diversi generi dei brani che compaiono sulle classifiche più recenti. Nel Moccia-mondo, filiera artistica che procede a ritmi serrati, si ragiona per stereotipi e categorie perché è la velocità quello che conta. Velocità di fruizione e di ritmo di produzione, dove gli spazi più ponderati sono riservati alle operazioni di product placement e a quei marchi che garantiscono una visione del mondo nel nome della normalità, della leggerezza e del pronto consumo. (fonte: Mymovies)