TERRACINA, AGNESE MORO RICORDA IL PADRE ALDO IN UN LIBRO

13/05/2008 di

Il Moro di Terracina. C’è tanto di Terracina in "Un uomo così" di Agnese
Moro, edito dalla collana Bur Saggi.

 
Il libro, che era stato pubblicato nel settembre del 2003 da Rizzoli, è tornato nelle librerie in una nuova edizione, arricchita di circa novanta pagine che raccontano il giro per l’Italia compiuto dalla figlia dello statista, »A confrontare -come scrive nella nota d’apertura, intitolata «Trent’anni dopo»- i miei ricordi con quelli di altri, a parlare di Aldo Moro e a sentirne parlare. È stato emozionante e molto fruttuoso«. E in questo viaggio compiuto dalla Moro volti, luoghi, citazioni e aneddoti riguardanti la città, in cui Moro trascorreva le sue vacanze estive, si ritrovano più volte. Si parte da una testimonianza ricordata da Leonardo De Risi, segretario della Dc terracinese dagli anni Sessanta e moroteo da sempre, insieme allo scomparso sindaco terracinese Lello Sebastianelli.
 
»A Terracina- si legge nel libro riguardo al padre- mi hanno raccontato di una volta in cui, durante una gita alle isole Pontine, non aveva voluto niente da mangiare durante il viaggio; si è poi capito che, all’arrivo, lo attendeva la possibilità di fare la Comunione e per questo voleva restare digiuno«. In un altro passaggio ancora la città ai piedi del Tempio di Giove: »A quanto mi hanno raccontato diverse persone, contava sull’attivismo dei giovani e li invitava all’impegno. Mi è sembrato tanto significativo in questo senso un episodio raccontatomi da un ‘ex-giovanè. Il fatto è questo. Papà passeggia come di consueto sul lungomare a Terracina. L’allora ragazzo lo ferma e gli parla lungamente di tutte le cose che nel nostro Paese non vanno bene e devono
essere corrette. Papà, dopo averlo ascoltato attentamente gli dice: ‘E tu che fai?«’.
 
Nel paragrafo »Quasi una mobilitazione«, in cui la terzogenita dello statista annota »la quantità di persone che si è messa in moto per ricordare papà« si legge del conferimento del premio Juppiter, »rivolto a coloro che hanno contribuito al prestigio di Terracina«. E subito dopo: »Anche le realtà di partito possono essere luoghi di crescita culturale, come ho potuto constatare nel caso della Margherita di Lodi e di Terracina. In particolare due persone
mi hanno colpito per la loro capacità di tenere insieme impegno politico e impegno sociale: Marco Zaninelli (ora assessore al comune di Lodi), luminosa persona con una luminosa famiglia, e Domenico Zappone (consigliere comunale a Terracina), sempre pieno di passione e voglia di fare«.
 
Nel continuo del suo »tour« per l’Italia anche una citazione, tra quelle rivolte alle
»Comunità vive, sacerdoti impegnati ed attenti«, dedicata alla Diocesi di
Latina-Terracina-Sezza-Priverno. Tra le librerie citate perchè »particolarmente attive nel promuovere incontri culturali« compare la libreria Bookart di Terracina. Nel paragrafo »Chi allora non c’era« un intero capoverso ed una nota dedicati ad Antonello Di Mario che proprio venerdì 9 maggio a Terracina, invitato a svolgere la relazione introduttiva al consiglio comunale straordinario in memoria di Moro, ha chiesto che allo statista venisse dedicato quel lungomare dove amava passeggiare, perchè »spazio dell’anima«.
 
Scrive Agnese Moro: »Pensando agli allora ragazzi a cui mio padre ha «detto qualcosa» non posso non pensare ad Antonello Di Mario, giornalista, nato nel 1966. Suo è un libro recente sull’attività ‘giornalisticà di papà. Vengono presi in esame testi prodotti in diversi momenti della vita di Aldo Moro, che mettono in luce il suo impegno a comunicare, a spiegare, a proporre in maniera larga temi di riflessione politica e umana. È un aspetto rimasto un pò in ombra e che, per la sua qualità, è stato invece molto giusto e opportuno sottolineare«. Un ampio spazio per ricordare il concorso »Storie di ieri, giornalisti di oggi«, promosso in collaborazione con il quotidiano di Frosinone e Latina »La Provincia« per i ragazzi delle scuole, dalla media in su- in cui si proponeva di scrivere un articolo su Aldo Moro, dopo che avevano assistito ad Un’opera teatrale »Se ci fosse luce« di Giancarlo Loffarelli, docente e regista. »La risposta- scrive Agnese Moro- è stata inaspettata. Gli articoli inviati, tutti pubblicati sul quotidiano, sono stati più di cento«.