SCIOPERO DEI POSTINI, DISAGI IN CITTA’
Continua Magistri: Il bello è che il sindacato, responsabilmente, aveva anche cercato di concordare con lazienda i termini di una riorganizzazione complessiva di tutta la macchina postale. E nel settembre 2006 si era arrivati anche a unintesa sottoscritta da tutte le sigle. Unintesa importante, ché solo nel Lazio aveva consentito la salvaguardia di 225 posti di lavoro. Prima di quella data la consegna delle raccomandate era affidata ad aziende private, ma laccordo prevedeva, appunto, il ritorno della gestione di questattività totalmente in capo a Poste Italiane anche in vista della prossima liberalizzazione del mercato postale. Ma così non è stato. Lazienda, almeno nel Lazio, con una dissennata politica organizzativa, ha fatto sì che si creassero le condizioni perché, ogni giorno, saccumulino tonnellate e tonnellate di giacenze.
Un quadro nerissimo, quello descritto dal sindacalista: Corrispondenza dogni tipo non viene consegnata semplicemente perché, sulla base di vecchi criteri di calcolo, sè voluto operare un taglio indiscriminato degli uffici su tutto il territorio. I postini sono stati spostati di sede, hanno avuto un aggravio di lavoro, senza contare le difficoltà dovute al fatto che molte amministrazioni locali non provvedono a dotare di cartelli segnaletici e numeri civici le vie della propria città. Da qui lesasperazione dei postini, ché non riescono più a svolgere nei tempi e nei modi contrattualmente previsti tutto il loro lavoro. Da qui lesasperazione dei cittadini , ché non ricevono più giornalmente la corrispondenza. Da questa scelta organizzativa, secondo noi, dipende anche limpennata registratasi negli ultimi tempi nel numero dinfortuni sul lavoro degli addetti al recapito.
Conclude Magistri: E uno scandalo. Tanto più che sembra proprio una manovra finalizzata a giustificare il ritorno della consegna delle raccomandate alle aziende private, a dispetto dellaccordo del 2006. Così come altri segnali, invece, ci portano a pensare che lazienda voglia arrivare a scorporare Bancoposta dal settore recapiti. La CISL non ci sta. Scioperiamo per difendere la nostra azienda e i nostri posti di lavoro.
Dal canto suo, anche Pasquale VERRENGIA, Segretario Generale della CISL pontina, sostiene la battaglia dei postali: Come al solito. Si ripete puntualmente il copione che vede la Provincia di Latina penalizzata rispetto al resto del Lazio. Ma quello che preoccupa è la vicenda complessiva. I problemi delle poste, infatti, derivano tutti dalle scelte dissennate compiute nella privatizzazione del servizio. Oggi il fallimento delloperazione è stto gli occhi di tutti. I postali della CISL che scioperano per rivendicare tutte le condizioni necessarie per ottimizzare il servizio allutenza fanno una battaglia sacrosanta e hanno tutta la solidarietà della nostra organizzazione.