GIORGIANA MASI, LA SORELLA: COSSIGA DICA CIO’ CHE SA

04/05/2007 di
La sorella di Giorgiana Masi, la diciannovenne uccisa il 12 maggio del 1977 da un proiettile calibro 22 che la colpì alla schiena durante una manifestazione dei radicali, chiede che l’ ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che in quegli anni era ministro dell’ Interno, venga sentito dai magistrati per contribuire a chiarire le circostanze della morte della ragazza.

 
«È ora che la procura di Roma ascolti Francesco Cossiga. Mi chiedo se sia giusto che in uno stato di diritto una persona muoia a pochi metri dalle forze dell’ ordine senza nemmeno essere soccorsa e che qualcuno che dice di sapere la verità su un omicidio, reato imprescrittibile, non sia ancora stato ascoltato dalla magistratura», dice Vittoria Masi, sorella di Giorgiana, a Panorama che nel numero in edicola domani pubblica la sua intervista di cui ha anticipato una sintesi.
 
«Cossiga – aggiunge – è anche arrivato a dire che mia sorella faceva parte del gruppi di dimostranti ‘suoi compagni e amicì che avrebbero sparato sulle forze dell’ ordine». «Quel giorno c’è stato qualcosa di estraneo al pacifismo delle manifestazioni dei radicali e più complesso della semplice contrapposizione tra le forze dell’ ordine e dimostranti. Ma se la morte di Giorgiana si deve a gruppi eversivi, di destra o di sinistra, la responsabilità è anche del comportamento violento degli agenti».


La sorella di Giorgiana Masi non esclude neanche il coinvolgimento del neofascista Andrea Ghira, uno dei massacratori del Circeo: «Nel 1990 è stato scoperto che la calibro 22 ritrovata in un sacco nel centro storico di Roma qualche giorno dopo la manifestazione del 12 maggio era stata rubata tempo prima da Ghira ed era perfettamente compatibile con il foro lasciato dallo sparo sul corpo di Giorgiana. Ma visto che in quei tempi Ghira era latitante, fu impossibile dimostrare la sua implicazione». (ansa)