Schettino in tv, la Procura: bugie imbarazzanti. Polemiche sul pagamento
Qualcuno l’ha buttata in scherzo, pubblicando su facebook un disegno e una frase che citano l’ufficiale della Guardia costiera Gregorio De Falco: «Schettino, le ordino di regalare questo compenso alle vittime del suo naufragio». Ma, per il resto, sui social network prevalgono commenti polemici all’annuncio dell’intervista esclusiva al comandante Francesco Schettino che verrà trasmessa da ‘Quinta Colonnà, stasera su Canale 5.
Le critiche riguardano sia il contenuto dell’intervista – di cui sono stati anticipati alcuni stralci – sia il compenso che sarebbe stato dato a Schettino. Gli internauti parlano di 50 mila euro, o 57 mila, ma i responsabili della trasmissione smentiscono. I commenti si susseguono sia su facebook sia su twitter. «Le verità le racconti ai giudici» o «se anche tu vorresti dare 50 mila calci a Schettinoe non 50 mila euro per andare in Tv fatti sentire». Numerosi anche gli inviti a «boicottare» l’intervista: «deve passare il messaggio che è l’ora di finirla di spettacolarizzare le tragedie».
L’INTERVISTA. Il naufragio è stato «un incidente banale, nel quale la fatalità ha trovato breccia proprio nell’interagire tra esseri umani. Si è creato, credo, di base, un malinteso e proprio per questo c’è la rabbia. È come se tutte le teste, compresi gli strumenti, fossero andate in black-out». Così il comandante Francesco Schettino ha ricostruito la notte del 13 gennaio, quando la Costa Concordia finì su uno scoglio, all’Isola del Giglio: 32 le vittime. Più che un racconto, le parole del comandante sono apparse come un’autodifesa. «Ho ordinato la navigazione manuale e non avevo io il comando – ha detto, ricostruendo i frangenti dello scontro con lo scoglio -, la direzione della navigazione era dell’ufficiale». Ecco che, se ha avuto una colpa, è stata quella di «essere stato distratto». Non ha molto altro da rimproverarsi. È stato guidato da una «mano divina – ha ripetuto – nel senso che il fiuto, l’osservazione, l’essere attenti mi hanno fatto intuire un qualche cosa da compiere che era importante», tanto che «alla fine sono riuscito ad evitare l’impatto frontale». Anche il ritardo nell’ordinare l’abbandono della nave, secondo il capitano, è stato provvidenziale: «La nave stava andando a scarrocciare verso terra, quindi sarebbe stato un’imprudenza farla fermare. Se si ribaltava lì non so quante vittime ci sarebbero state». Sollecitato dalla giornalista Ilaria Calvo, il comandante ha accennato un mea culpa. «È normale che io debba chiedere scusa a tutti», ma si è definito lui stesso «vittima di tutto questo sistema». Poi, si è tolto un paio di sassolini dalle scarpe. Il primo per i «gossip» sulla moldava Domnica Cemortan. È solo un’amica e quella sera «è stata a cena con me», ha detto, ma «è stata assieme anche al capo commissario, perchè, alla fine, ci sono delle persone con cui vale la pena farsi due risate, nient’altro». Il secondo per la telefonata con l’ufficiale della Guardia costiera Gregorio De Falco, che più volte gli gridò «salga a bordo!». «Io da comandante non ho mai dato un ordine che non possa essere eseguito – ha detto Schettino – cioè lui ha richiamato un dovere senza capire che non poteva essere fatto».Schettino ha detto che non vide persone annegare e che, se non tornò sulla nave, fu perchè «dovevo fare 300 metri a nuoto, cioè buttarmi in acqua, fare il giro della prora, vedere la biscaggina, col cellulare da preservare, perchè nel frattempo dovevo parlare con l’unità di crisi, facevo una cosa molto più seria».
LA PROCURA: IN TV BUGIE IMBARAZZANTI. Nell’intervista esclusiva mandata in onda da Canale 5, il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha detto «bugie imbarazzanti». Questo il giudizio del procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che in una dichiarazione riportata da La Stampa si è detto «sconcertato e imbarazzato» per la versione dell’incidente fornita in tv daSchettino. «Lui – ha dichiarato Verusio – conosce bene la verità, perchè gli atti, depositati dal gip, sono anche nelle sue mani. Testimonianze, registrazione di ciò che avvenne in plancia: tutto dimostra quali sono le sue responsabilità. Ed è tutto a sua conoscenza. E poi, suvvia, all’indomani dell’arresto ammise ‘d’aver fatto una cazzatà e ora si dipinge come il comandante perfetto che non è pentito di nulla. Da non crederci!».