Calcio truccato, nuova bufera e 17 arresti

20/12/2011 di

«Questo è soltanto l’inizio». L’ennesima giornata nera del calcio italiano è tutta nelle parole del procuratore di Cremona Roberto De Martino: perché due inchieste e 33 arresti in sei mesi sono lì a dimostrare che i calciatori non hanno perso il vizio di truccare le partite pur di fare soldi. Prendendosi gioco della passione di milioni di italiani. Lo ammette, di fatto, anche il presidente della Figc Giancarlo Abete quando dice che gli organismi sportivi si «attendevano un secondo tempo».

A giugno scorso erano finiti in 16 dietro le sbarre, compreso l’ex bomber della Nazionale Beppe Signori. Oggi è toccato ad altri 17, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva, tra cui spicca la bandiera dell’Atalanta Cristiano Doni, già sospeso per 3 anni dalla giustizia sportiva dopo che era emerso un suo coinvolgimento nell’indagine. L’ex capitano dell’Atalanta è accusato di aver combinato almeno tre partire della sua squadra, nello scorso campionato di B (Ascoli-Atalanta del 12/3/2011; Atalanta-Piacenza del 19/3/2011; Padova-Atalanta del 26/3/2011) e di aver tentato di inquinare le prove, pagando l’avvocato dell’amico ed ex preparatore atletico del Ravenna Nicola Santoni (anche lui arrestato). Doni però, scrive il Gip Guido Salvini nell’ordinanza, avrebbe agito «anche per conto di imprecisati dirigenti della squadra». Dunque direttamente dietro suggerimento della società, «che aspirava alla promozione in serie A», poi effettivamente avvenuta. Un dato che inguaia ulteriormente la squadra bergamasca, già partita in serie A con una penalizzazione di 6 punti.

E mette il mondo del calcio davanti ad una domanda di non facile risposta: cosa fare ora? Abete ha detto che «si dovranno ovviamente attendere i risultati delle indagini», ma è indubbio che gestire il caso-Atalanta non sarà facile. Assieme a Doni sono finiti in carcere altri 4 tra calciatori ed ex: Carlo Gervasoni del Piacenza, anche lui sospeso perchè già coinvolto nella prima fase dell’indagine, Filippo Carobbio dello Spezia (per fatti relativi a quando giocava nel Grosseto), Alessandro Zamperini, ex di serie B e Lega Pro. E soprattutto Luigi Sartor, ex di Juve, Roma e Inter: secondo le indagini è lui quel ‘Gigì che gli arrestati a giugno hanno indicato come l’intermediario tra il gruppo di Bologna, capeggiato da Signori, e gli emissari di Singapore. I quattro, sostengono gli inquirenti sarebbero i referenti italiani di un’organizzazione che ha la testa nel paese del sud est asiatico e le basi operative nell’Europa dell’est. E proprio l’aspetto internazionale del gruppo e il volume di soldi movimentato – per ogni partita truccata, ha svelato il pentito Wilson Raj Perumal, il guadagno lordo andava dai 500 mila euro al milione e mezzo – sono la spia che gli investigatori si sono imbattuti in un sistema ben più grande di quello ipotizzato. «È un fenomeno assai vasto che inquina in profondità il mondo delle competizioni sportive – scrive il giudice Salvini – Con ogni probabilità quello emerso non è l’unico cartello internazionale che opera attualmente in questo segmento di affari criminali». In sostanza, esiste almeno una rete «a livello internazionale» (ma la quasi certezza è che siano più d’una), facilitata dalle scommesse tramite internet, «in grado di agganciare i giocatori infedeli disposti a truccare le partite e rendere concreto il loro desiderio di facili guadagni». Questo sistema fa si che il mondo delle competizioni sportive, e del calcio soprattutto, si trasformi in un «meccanismo che unisce corruzione ad una sorta di insider trading». Con i calciatori infedeli al centro.

Le indagini hanno accertato che almeno 20 sono le partite che sarebbero state truccate dall’organizzazione, che si muoveva sempre allo stesso modo: quelli di Singapore – il capo Eng Tan Seet e i suoi due collaboratori – portavano in Italia i soldi destinati alla corruzione dei giocatori e li affidavano al gruppo degli ‘slavì, cui spettava il compito di contattare i calciatori e di trovare l’accordo. La maggior parte degli incontri, 16, sono dei campionati di serie B 2009 e 2010 a cui si aggiunge la sfida di coppa Italia del 30 novembre scorso tra Gubbio e Cesena. Ma soprattutto ci sono tre partite di serie A, tutte del 2011: Napoli-Sampdoria del 30 gennaio, Brescia-Bari del 6 febbraio e Brescia-Lecce del 27 febbraio. Voci su questi, ed altri incontri, erano già uscite a giugno. Ora gli ulteriori riscontri gettano nuovi sospetti anche sulla serie A. Anche perchè, a Cremona e non solo, sono in molti ad essere convinti che il coperchio sulla massima serie non sia ancora stato tolto. «Le manipolazioni sono ancora in atto – dice non a caso il procuratore Di Martino – ci saranno nuovi spunti investigativi». Mercoledì, intanto, tutti di nuovo in campo: il calcio, e le scommesse, non si fermano.