Governo, ecco la stangata: 1.173 euro a famiglia

L’aumento dell’Iva, anche sul latte, e il possibile rincaro della benzina. E poi la stangata delle tasse sulla casa dovuta al ritorno dell’Ici e all’aumento degli estimi. I consumatori fanno i conti in tasca ai cittadini che dovranno affrontare i «sacrifici» della manovra.
Secondo le organizzazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori per «salvare il Paese» una famiglia media (papà, mamma e un figlio, un reddito netto complessivo di 32.000 euro, risparmi in banca per 50.000 euro) dovrà sborsare ogni anno, a partire dal 2014, 1.173 euro in più. Ma la cifra esatta sale a 3.204 euro all’anno se si tiene anche conto, come si deve, delle manovre già fatte dal governo Berlusconi. Più modesta la Cgia di Mestre (Associazione Artigiani Piccole Imprese) che calcola: la tassa Monti dovrebbe attestarsi a 635 euro l’anno. Ma nei suoi calcoli la Cgia ritiene di non dover tener conto dei 10 miliardi previsti in manovra e destinati al sostegno delle imprese e di non tener conto nemmeno dei 4 miliardi di risorse che dovrebbero evitare il taglio delle agevolazioni nel 2012. In questo modo il ‘costò della manovra sulle famiglie – secondo al Cgia – scende a 16 miliardi da qui il minor esborso. Scegliendo invece il più realistico metodo di Federconsumatori e Adusbef il peso sulle 24 mila famiglie italiane quasi raddoppia.
L’organizzazione dei consumatori ha anche calcolato che l’insieme delle «stangate» estive e autunnali determineranno nel 2014 un calo di capacità di spesa del 7,7% annuo con pesanti effetti sui tenori di vita del ceto medio basso sempre più vicini ai livelli dei paesi dell’est europeo ante 1989. Usare la macchina, avere una casa di proprietà, e qualche risparmio in banca sta diventando un lusso che si paga caro.
I Consumatori hanno calcolato che la nostra famiglia tipo subirà un aumento di tasse sulla prima casa di 440 euro l’anno, l’aumento delle accise sulla benzina costeranno 120 euro l’anno, l’aumento dell’Iva 270 euro, 47 euro in più si pagheranno per il deposito fino a 50.000 euro e 90 euro in più si pagheranno per l’aumento dello 0,3% dell’addizionale regionale. Per un aggravio totale di imposte di 907 euro all’anno. A questi bisogna aggiungere i tagli calcolati in 43 euro per la mancata indicizzazione delle pensioni oltre i 935 euro e 163 euro per i tagli agli enti locali che peseranno su un aggravio di costi dei servizi. Le organizzazioni dei consumatori lamentano la mancanza in manovra di interventi a sostegno del potere di acquisto delle famiglie con redditi medio-bassi (attraverso politiche fiscali e sostegni sociali) con l’effetto di accentuare la recessione economica e le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Diseguaglianze che, come ha recentemente osservato l’OCSE sono in crescita in particolare in Italia.
UN LIMITE AI CONTANTI. L’ultima tv al plasma, la borsa firmata e il gioiellino oltre i mille euro si dovranno obbligatoriamente pagare con carta di credito, oppure con assegno non trasferibile, vietato comunque il denaro contante (se mai si fosse pensato di recarsi dal gioielliere con il rotolino di banconote). Si abbassa quindi la soglia degli acquisti in cambio di cash, lo ha stabilito la manovra varata ieri dal governo, Oltre i mille euro sarà obbligatorio il denaro elettronico, dopo che la manovra di agosto scorso aveva già portato il tetto a 2.500 euro. La pelliccia, la borsa firmata, l’ultimo modello Tv: chi vorrà mettere regali importanti sotto l’albero quest’anno dovrà mettere fuori la carta. l’Ipad però si potrà comparre anche cash. La stretta vale anche per studi di avvocati, commercialisti, architetti e altri professionisti:tutti dovranno dotarsi delle ‘macchinettè Pos. E già gli esercenti protestano: con le commissioni attuali che arrivano anche al 3,5%, serve un taglio ai costi delle commissioni. La misura punta alla lotta all’evasione permettendo una maggiore tracciabilità dei pagamenti. In fase di stesura, trapelavano strette più dure, a 300-400 euro. Anche gli assegni liberi, e i libretti al portatore dovranno così rispettare il tetto dei mille euro; per quest’ultimi, se più ricchi, si avrà tempo fino a fine anno per ‘rientrarè sotto i mille euro. Il decreto del governo entra anche nel merito dei costi delle commissioni, stabilendo che entro tre mesi dovranno «definire regole generali per assicurare una equilibrata riduzione delle commissioni a carico dei beneficiari delle transazioni», vale a dire i commercianti, sottolinea la Confcommercio chiedendo che il tavolo sia insediato presso una sede istituzionale, ad esempio il ministero dell’Economia. «Lo sviluppo della carta di credito ha un potenziale molto elevato» annota Ernesto Ghidinelli, responsabile Credito della Confcommercio. «Per gli esercenti nessun sconvolgimento – dice la Confesercenti – acquisti su quella cifra vengono fatti già con carta, importante è che vengano abbassati i costi delle commissioni, oggi in un range tra lo 0,50 e 3,5%. Oltretutto, nel caso di benzinai e tabaccai un più diffuso uso della moneta di plastica comporta una maggiore sicurezza nei confronti della microcriminalità» dice il vicedirettore Mauro Bussoni. Il denaro di carta oltrettutto ha un costo non indifferente: 10 miliardi l’anno, un terzo a carico delle banche, due terzi delle imprese. L’uso della carta di credito resta tuttavia in Italia uno dei più bassi d’Europa, ad oggi il 90% pagamenti complessivi è fatto in contanti. Più difficile al Sud pagare con la carta; colpa delle commissioni alte, denunciano i commercianti. Tuttavia, in Italia – sottolinea la Confcommercio – il numero dei Pos è pari a 1,5 milioni, al pari della Francia, più della Germania (700mila), 33,8 milioni il numero delle carte di credito in circolazione, 587 milioni il numero delle operazioni nel 2010 per un valore di 56 miliardi; le carte di debito sono 37,3 milioni, per un numero di operazione pari a 915 milioni e un valore di 63 miliardi di euro. 96 euro la transazione media per la carta di credito; 69 euro per la carta di debito.
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