Macabre minacce all’ex portiere della nazionale Angelo Peruzzi

28/09/2011 di

Nove mesi fa gli fecero trovare una testa di cinghiale insanguinata all’ingresso della sua villa. Oggi hanno piazzato delle zampe di cinghiale appena ucciso davanti al cancello dell’azienda agricola in cui si recano tutti i giorni i figli, di 9 e 14 anni, ad accudire i cavalli. Continuano le azioni intimidatorie nei confronti di Angelo Peruzzi, ex portiere della Nazionale di calcio, da circa due anni vicesindaco e consigliere delegato allo sport del comune di Blera, in provincia di Viterbo, paese in cui è nato e dove è tornato a vivere a fine carriera agonistica. La stessa notte, altri resti di cinghiale, viscere e pelli, sono stati lasciati in una stradina di campagna, davanti al cancello della proprietà di un amico fraterno di Peruzzi. Ad avviso dei carabinieri, che dopo la presentazione della denuncia hanno avviato indagini, i due episodi sarebbero collegati. Secondo i primi accertamenti, colui o coloro che hanno ordito la minaccia avrebbero piazzato i resti di cinghiale davanti all’ingresso dell’azienda agricola perchè, dopo che la moglie e la figlia, rientrando in casa, trovarono la testa di cinghiale insanguinata davanti al cancello, Peruzzi aveva fatto allestire delle telecamere a circuito chiuso intorno alla villa. Evidentemente, si tratta di gente informata della circostanza. La caccia al cinghiale è vietata fino al prossimo 2 novembre. Per questo, le indagini dei carabinieri sono indirizzate, tra l’altro, verso gli ambienti del bracconaggio, molto diffuso nella zona. A Blera, infatti, è operativa una cosiddetta università agraria che dispone di circa 500 ettari di boschi, nei quali proliferano cinghiali e altra selvaggina. «Esprimiamo solidarità e vicinanza al vicesindaco Angelo Peruzzi che, a causa dello scrupolo e dell’impegno con cui svolge il compito di amministratore, è fatto oggetto di minacce, avvertimenti e intimidazioni». Così Pierluigi Sandoletti, assessore all’Urbanistica e all’Edilizia al comune di Blera, ha commentato l’accaduto. «Riteniamo che gli autori del gesto – aggiunge Sandoletti – siano gli stessi che nove mesi fa lasciarono una testa di cinghiale insanguinata davanti all’abitazione di Peruzzi». Ad avviso di Sandoletti il gesto dimostrerebbe «che abbiamo a che fare con persone spregiudicate, bracconieri senza scrupoli e incivili, che non si curano minimamente degli effetti delle loro azioni possono avere sulla serenità della famiglia di Peruzzi, della moglie e dei loro figli».