Infermiera malata, salgono a 10 i neonati contagiati

24/08/2011 di

Sale a 10 il numero dei neonati, nati tra marzo e luglio al Policlinico Gemelli di Roma, risultati positivi ai test della tbc avviati dalla Regione Lazio dopo la scoperta che, in quel periodo, una infermiera affetta da tubercolosi aveva lavorato nel nido dell’ospedale.

Anche ieri pomeriggio si è riunita l’Unità di coordinamento presieduta da Renata Polverini. L’altro ieri l’annuncio dei primi due positivi, entrambi nati a luglio, che si aggiungono a una bimba di 5 mesi già ricoverata al Bambino Gesù, la cui malattia però deve ancora essere collegata con certezza all’infermiera.

Ieri stasera il nuovo bollettino: «Oggi sono emersi otto esami positivi – ha reso noto la Regione – corrispondenti a sei neonati nel mese di luglio e due nel mese di marzo. Le famiglie sono state avvisate». Di questi, sei sono nati a luglio e due a marzo. Così come nel caso dei primi due bambini, risultati positivi al test ma non ammalati di tubercolosi, anche nel caso di questi piccoli «sono stati già programmati ulteriori controlli e sarà proposta la profilassi». E oggi è stata la giornata in cui l’Unità di coordinamento ha dato una decisa accelerata nei controlli: da 25 a 150 neonati al giorno, da una struttura sanitaria a tre coinvolte nel monitoraggio, con l’obiettivo di concludere entro il 26 agosto le procedure di contatto di tutte le famiglie, così da convocare e controllare entro agosto tutti i 1.271 nati tra marzo e luglio. Le condizioni dei primi due positivi, un bimbo e una bimba di Roma, non destano comunque preoccupazione. Sebbene positivi al test non sono nè malati nè contagiosi, ma ‘latentì, e le radiografie toraciche hanno dato esito negativo. «Sono nati entrambi a luglio, e questo ci fa immaginare che sia il mese più complesso» ha spiegato Polverini. A luglio, al Gemelli, sono nati 169 bambini ma fare previsioni su quanti saranno alla fine i positivi, ad oggi, è difficile: «Il campione è ancora troppo ridotto» spiegavano stamane i medici in conferenza stampa.

«Questa non è un’epidemia. Non c’è emergenza, solo giusta preoccupazione – le parole della governatrice -. La Regione ha agito con la giusta tempestività per evitare ore di angoscia ai genitori, ci siamo messi nei loro panni. Ed è la prima volta che in Italia ci sono 1.271 possibili contagiati». Tutta l’operazione ha il pieno sostegno del ministro della Salute Ferruccio Fazio, che farà presto partire una circolare per le strutture sanitarie: «Stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione – ha affermato -. Non c’è alcun allarme. Le persone che entrano in contatto con il bacillo e possono risultare positive sono milioni anche se solo in circa 4 mila casi l’anno, meno di uno su duemila, si sviluppa la malattia, che è oggi del tutto curabile». Ma come è potuta accadere, al Gemelli, una situazione simile? «La sicurezza a Neonatologia è al massimo, di più non si può fare – spiega il direttore dell’Uoc di Neonatologia del Policlinico Gemelli di Roma Costantino Romagnoli -. Le mascherine? È dimostrato che non servono a niente, e una persona che arriva a sviluppare una malattia con pochissimi sintomi e avendo fatto anche il vaccino è veramente difficile da individuare».

Dal canto suo l’infermiera, 38 anni, molti dei quali passati ad assistere i malati, dal suo letto dello Spallanzani legge i giornali tutti i giorni. E se fisicamente sta reagendo bene alle cure, psicologicamente non si dà pace: «Non sono la monatta che gira per Roma a contagiare i bambini… mi ero pure vaccinata» ha detto ai medici. Dove sia stata infettata, ancora non è chiaro. Intanto mentre il Tribunale del malato valuta con soddisfazione l’attività anti-tbc svolta dalla Regione e coordinata dalla Asl Roma E, la Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando, ha chiesto a Polverini una relazione in merito alla vicenda. Del caso, infine, si sta occupando anche la Procura di Roma. I Nas hanno acquisito le cartelle cliniche dei bambini, ma per ora il fascicolo non ha nè ipotesi di reato nè indagati.