Roma, ingegnere in pensione curava i malati con un pendolo

10/08/2011 di

Un ingegnere in pensione forniva consulenze mediche e farmacologiche utilizzando un pendolo e una fantomatica ‘centrale radiobiologicà sulle fotografie dei pazienti, che poi curava con rimedi naturali del tutto inefficaci. Il falso dottore, tra i cui pazienti c’era anche un anziano malato di tumore in seguito morto, è stato scoperto dai carabinieri del Nas di Roma e denunciato. È quanto si legge in un comunicato del Nucleo anti sofisticazioni dell’Arma.

L’indagine è partita dalla segnalazione anonima di un paziente del finto medico e dell’Ordine dei medici di Roma. L’ingegnere in pensione, presidente di una Onlus della capitale, millantava accordi con l’Università di Trieste nel campo delle terapie non convenzionali su tumori e collaborazioni con l’Università La Sapienza di Roma. Curiosa la tecnica della cosiddetta ‘centrale radiobiologicà, i cui elettrodi venivano messi su una foto del paziente, interpretando gli impulsi del dispositivo e compilando un modulo in cui il falso medico annotava le eventuali disfunzioni. Tra i pazienti dell’ingegnere, secondo il Nas, un 75enne affetto da tumore alla prostata, curato con alloro, verdura, frutta, uova crude e preparati di erbe. Il tutto sulla base di studi farmacologici e fitoterapici di un medico scomparso alcuni anni fa. L’anziano è morto nell’autunno scorso. L’ingegnere formulava diagnosi per diverse patologie, per le quali prescriveva e consigliava terapie nutrizionali e dispensava preparati fitoterapici ricavati da piante medicinali, che lui stesso acquistava e miscelava.

L’ingegnere è stato denunciato per esercizio abusivo della professione medica e di quella di farmacista. L’uomo utilizzava tecniche ispirate ai principi della cosiddetta ‘radionicà, rintracciabili su internet ma non riconosciute a livello scientifico in Italia. Secondo i carabinieri, sarebbero decine le persone che si sono rivolte per cure alternative al pensionato, che aveva iniziato questa attività nel 2007. Secondo quanto raccontato da alcuni pazienti, l’ingegnere chiedeva loro un’offerta per la Onlus romana di cui è presidente, che opera nel campo della solidarietà sociale. Si trattava di contributi di 70-80 euro alla volta per acquistare le erbe e gli altri ingredienti per i rimedi farmacologici prescritti, ma non è escluso che in realtà la terapia avesse costi più elevati. A rivolgersi al falso medico erano persone con patologie lievi, ma anche alcune con tumori diagnosticati. Nel caso dell’ anziano poi deceduto, all’uomo era appena stato scoperto un cancro e aveva deciso di non ricorrere alle cure tradizionali. Attraverso dei conoscenti era entrato in contatto con l’ingegnere in pensione, ma i rimedi somministrati da quest’ultimo non avevano avuto alcun effetto.