Berlusconi crolla a Milano, sale il Pd

18/05/2011 di

La sconfitta del centrodestra e la deludente performance del Terzo Polo, sono il dato di queste amministrative sottolineato da tutti gli analisti; più articolata è la lettura delle indicazioni per il centrosinistra che pure esce vincitore, ma con un risultato da interpretare politicamente, viste le differenze da città a città. Milano e il suo hinterland sono il simbolo della sconfitta del centrodestra e di Berlusconi, anche sul piano personale: per lui 27.972 preferenze contro le 52.577 del 2006. Il Pdl poi si blocca al suo minimo storico, e cioè al 28,75%; e delusioni arrivano nei centri lombardi, come Gallarate (19,4%), Limbiate (16,8%), Vimercate (20,1%), Treviglio (27,7%), Desio (12,6%) Rho (19,4%) o Varese (24,5%). Amaro l’esito ad Arcore: il premier in casa propria subisce l’onta del sorpasso dal Pd (25,8% contro 23,9%), evitato per un soffio a Milano (per 671 voti, lo 0,1%). Se nelle ultime tornate (Regionali del 2010 ed Europee del 2009) la Lega aveva assorbito il calo del Pdl, in queste amministrative anche il Carroccio ha subito un’arretramento. Niente sorpasso a Milano (9,6%), a Bologna (10,7% contro il 16,6%) o a Varese (24,1 contro il 24,5%) dove pure era candidato il leghista Attilio Fontana. La «Milano» della Lega è Gallarate: qui Bossi aveva candidato Giovanna Bianchi Clerici in alternativa ad un esponente del Pdl, ma la consigliera Rai è arrivata solo terza e al ballottaggio vanno Pdl e Pd. Il Carroccio subisce uno stop anche alla sua ‘campagna di Russià, cioè la penetrazione in Emilia Romagna: 7,3% a Rimini, 7,9% a Ravenna, 9,8% a Cento, 9,2% a Cesenatico. Nella regione più rossa la nuova opposizione è di Beppe Grillo che fa man bassa di voti: 9,5% a Bologna, 9,3% a Ravenna, 11,8% a Rimini, 5,8% a Cento, 14,5% a Cesenatico, 6,5% a Salsomaggiore. Brillanti i consensi anche nel Nord (5,3% a Torino, 3,4% a Milano, Novara 7,4%, Trieste 6,1%, Rovigo 6,8%), dove Grillo è numericamente il terzo polo; male al Sud, come a Salerno (1,1%), Cosenza (0,9%), Napoli (1,8%), Cagliari (1,8%), Latina (1,2%). Il centrosinistra sorride, in particolare il Pd che proprio a Milano ottiene un buon 28,64%, e guadagna due punti sul 2010 e quasi sei sulle comunali del 2006. I risultati in tutte le città settentrionali, a partire da Torino e Bologna, hanno spinto Pier Luigi Bersani a parlare di un «vento del Nord» che è girato. Il Pd però non esprime i due candidati-sorpresa, e cioè Pisapia e de Magistris. Specie a Napoli è clamorosa la mancanza di sintonia tra il partito (fermo al 16,6%) e la sua base che in buona parte ha appoggiato subito l’ex Pm, che forse esprimeva meglio la voglia di discontinuità. E il Pd paga pegno anche il Calabria dove le divisioni portano un serie di amari riscontri. Emblematica Cosenza, dove il candidato Democratico giunge terzo, e il Pd si blocca all’ 8%. Proprio in Calabria c’è il fenomeno delle liste del Governatore Scopelliti che, pur non candidato, ottiene ottimi ‘scorè (a partire dal 10,3% di Reggio) risultando ovunque determinante. Stesso discorso per «Città Nuove» di Renata Polverini nel Lazio, (8,6% a Latina, 9,9% a Terracina, 8,1% a Sora). Un fenomeno che potrebbe compensare futuri cali del Pdl. Idv e Sel, dietro ai successi di de Magistris e Pisapia, marcano risultati inferiori alle attese: Di Pietro raggiunge un buon 8,1% proprio a Napoli, ma è meno brillante altrove: 4,6% a Torino, 3,7% a Bologna, 3,6% a Trieste, 3,5% a Cagliari, 3,9% a Milano. Anche Sel frena a partire da Milano, dove si arresta al 4,7%; analoghe le percentuali nelle altre città (Torino 5,6%, Cagliari 7%, Novara 4,4%, Rimini 3,5%), comprese quelle pugliesi dove si è votato (Barletta, Bisceglie, Massafra, Ruvo) con il picco del 10% a Bologna. Infine il Terzo Polo 4,7% a Bologna, 4,9% a Torino, 5,% a Milano, 9,7%, numeri che l’Udc otteneva da solo e che imporranno una riflessione sulla strategia futura.