Le donne lanciano la sfida, spallata a Berlusconi

13/02/2011 di

L’inizio della fine, per Silvio Berlusconi. Lo snodo dal quale prenderà il via la sua cacciata. Le donne che manifestano oggi nelle piazze d’Italia e del mondo in difesa della loro dignità, come cavallo di Troia del berlusconismo. Ci spera, l’opposizione di centrosinistra. Osserva l’enorme partecipazione alla protesta ‘Se non ora quando?’ e si lascia entusiasmare. Mentre assieme al Terzo polo continua a invocare le dimissioni del premier.

Ma il Pdl non ci sta e con in testa le sue ministre lancia l’allarme «strumentalizzazione»: le donne che protestano sono solo «poche radical chic», dice Maria Stella Gelmini. E scoppia la polemica. «Siamo diventati lo zimbello del mondo occidentale per comportamenti che nulla hanno a che vedere con le dinamiche politiche», tuona dal palco dell’assemblea costituente di Fli Gianfranco Fini, che propone al premier di lasciare entrambi e andare a elezioni. Proprio in quei minuti, fa il suo ingresso nel retropalco di piazza del Popolo a Roma la finiana Giulia Bongiorno, uno dei volti simbolo di ‘Se non ora quando?’. Acclamata dalla folla urla: «Hanno paura di voi. Perchè se questa mobilitazione prosegue, si crea davvero qualcosa di travolgente». Non si vede, la politica, nelle piazze d’Italia. Niente bandiere. Vertici di partito banditi dai palchi. Nichi Vendola e Antonio Di Pietro sono a Milano: «Oggi credo sia un colpo mortale per il berlusconismo», dice il leader di Sel. Tutto lo stato maggiore del Pd è in piazza a Roma. A rappresentare il partito ai piedi del palco, Rosy Bindi, Anna Finocchiaro, Livia Turco. Gli uomini restano invece fuori, tra la gente, per rispettare la volontà delle organizzatrici e permettere al Pd di esserci, come dice Finocchiaro, «in punta di piedi». «Questo sarà l’inizio della spallata decisiva al governo». afferma Dario Franceschini, stretto tra i manifestanti. «Ho visto su Internet che c’è tantissima gente, in tutte le città», sussurra sorridente a Pier Luigi Bersani, che gli sta vicino. «Berlusconi da tempo dovrebbe andarsene ed è quello che gli chiedono queste piazze», osserva il segretario democratico. Che è arrivato assieme alla moglie, così come Walter Veltroni e Massimo D’Alema, anche loro presenti per sostenere la dignità delle donne contro chi (Berlusconi, naturalmente) la calpesta. «Questo è un governo che ha sempre fatto una politica contro le donne. La misura è colma», proclama intanto dal palco il segretario della Cgil Susanna Camusso, raccogliendo il boato della piazza. E guai a dire che le femministe sono diventate «moraliste»: «Questo è un modo per sminuire la nostra presenza qui», avverte Bongiorno. Ma ancor di più irritano le manifestanti le parole del ministro dell’Istruzione: «Sono solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne», dice Gelmini. «Venga a vedere: sbaglia, il suo è un pregiudizio», la sfida la Finocchiaro. Ma l’idea che l’opposizione tenti di «strumentalizzare» la protesta in funzione anti-Cav, è il mantra del Pdl, a partire dal coordinatore Ignazio La Russa. «Spiace che l’occasione sia stata sprecata – dice anche il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna – strumentalizzando per fini politici le decine di migliaia di donne scese in piazza in buona fede».