La plastica, il nostro regalo alla Terra

23/01/2011 di

Plastica, materiali radioattivi, e bronzo. È l’eredità del genere umano alla Terra. Ma questa continuerà comunque a ‘viverè, sia pure in forme diverse da quelle che noi conosciamo. Lo ha raccontato oggi Alan Weisman, giornalista e scrittore statunitense, al pubblico venuto al Parco della musica di Roma per il Festival delle scienze 2011. Weisman, autore del best seller internazionale ‘Il mondo senza di noì, ha parlato del nostro «lascito alla natura» come di un qualcosa che la natura «dovrà imparare, e imparerà a metabolizzare».

La Terra – secondo lo scrittore – in un periodo di tempo variabile, finirà per «limare ciò che abbiamo fatto», riappropriandosene, senza tuttavia sentire troppo la nostra mancanza. Rimarrà a lungo, comunque, una «memoria di noi», ma col tempo tornerà l’equilibrio e «la natura ha tutto il tempo del mondo». Se tutte le cose prodotte dall’uomo tenderanno a essere ridotte di nuovo ai loro elementi primitivi, ci sono cose che comunque dureranno di più: tra queste sicuramente le plastiche, forme solide di idrocarburi che noi abbiamo creato e che i microbi non hanno ancora imparato a ‘digerirè. Rimarranno poi, sicuramente, i residui radioattivi delle nostre centrali, e per milioni di anni. Rimarrà anche il bronzo, lega ultraresistente all’erosione e all’ossidazione. Così, anche quando le piramidi saranno ridotte a collinette di sabbia, rimarranno leggibili i volti delle statue in bronzo degli imperatori romani. Senza l’uomo – prevede Weisman – le grandi città si sgretoleranno e verranno riconquistate in breve tempo dalla natura. Prime tra tutte quelle più ‘tecnologichè come New York, dove l’acqua, ferme le pompe che le tengono asciutte, invaderà le gallerie della metropolitana. I piloni che sorreggono le strade sovrastanti crolleranno. Verranno erose le basi dei grattacieli, che si abbatteranno, come alberi nella foresta, sulla città. Resisteranno meglio le casseforti delle banche, i loro caveau… ma poi tutto verrà ‘digeritò. «Ero preoccupato per il futuro del nostro pianeta, ora non lo sono più», dice lo scrittore, spiegando che paradossalmente a ciò ha contribuito un viaggio a Cernobyl dove, nonostante la fortissima radioattività ancora presente, la vita ha ripreso, con una grande ricchezza di biodiversità. «La natura – dice – non ha il contatore Geiger. Certo ci sono mutazioni genetiche e gli animali vivono di meno, ma gli studiosi hanno osservato un aumento medio della prolificità in diverse specie, soprattutto nei roditori».

«Gli economisti – spiega Weisman – ci dicono che bisogna crescere, crescere, crescere. Ma se un economista viene assunto in un’azienda la prima cosa che dice e che bisogna snellire, snellire, snellire, fino a renderla competitiva». Così accade al genere umano: dovremmo divenire ‘sostenibilì, ovvero, se non possiamo ridurre i consumi allora dobbiamo ridurre la popolazione, con una scelta responsabilmente consapevole.