Coronavirus, nuovi focolai in Italia. Ruolo fondamentale degli asintomatici

Nuovi focolai di Coronavirus si stanno registrando nelle ultime ore in Italia. Le cause della loro comparsa, avvertono gli esperti, possono essere varie ma un ruolo cruciale è certamente quello dei soggetti asintomatici che sono positivi al virus.
A Vò, in Veneto, dopo giorni senza che si verificassero nuovi contagi, è stato di nuovo segnalato un caso, mentre a Roma focolai sono stati individuati in due conventi con 59 casi positivi.
Ed ancora: l’intero comune di Fondi in provincia di Latina è stato indicato come zona rossa con 50 casi di positività e circa 600 persone poste sotto sorveglianza.
La situazione è ovviamente ancora più critica al Nord ma nuovi focolai, sottolineano gli esperti, sono presenti anche in altre Regioni. «Si sono accesi altri focolai – afferma il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità Gianni Rezza – e ciò è probabilmente legato al fatto che la gente si è mossa in massa fino a 10 giorni fa, prima dell’entrata in vigore delle misure restrittive con l’indicazione di rimanere a casa. Focolai importanti ci sono a Bergamo e Brescia ma di nuovi se ne registrano anche in Emilia Romagna, Marche ed in Campania».
Nel Lazio «la situazione credo sia ancora gestibile, perché i focolai tendono ad essere ancora limitati. Bisogna dunque contenerli immediatamente con l’isolamento».
Nel riaccendersi di nuovi cluster epidemici o nella ricomparsa di casi dopo giorni di stop, come a Vò, potrebbero aver giocato un ruolo importante proprio i soggetti asintomatici, spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco. È possibile infatti, chiarisce, che «soggetti asintomatici abbiano continuato a circolare, creando così una nuova catena di contagio a distanza. Si potrebbe trattare cioè di soggetti asintomatici sfuggiti ai controlli e che hanno attivato una catena di contagi nascosta».
Quanto al fatto di aver ad esempio effettuato a Vò il tampone a tutti i cittadini, secondo l’esperto ciò può aver rappresentato una «falsa sicurezza»: «Chi è risultato negativo dopo aver fatto il tampone in un determinato giorno, magari è uscito ed ha avuto contatti, però quel soggetto potrebbe anche essere stato un asintomatico positivo. Dunque, il test esteso a tutti – conclude – non è una garanzia».
Intanto dal ministero della Salute, con una nuova circolare, arriva una ulteriore indicazione per il rafforzamento delle misure per contenere la diffusione del virus: vanno identificati tutti i soggetti che hanno avuto contatto con un caso probabile o confermato di Covid-19 nelle 48 ore antecedenti alla comparsa dei sintomi nel caso sospetto o confermato.