Coronavirus, nuovi focolai in Italia. Ruolo fondamentale degli asintomatici

20/03/2020 di

Nuovi focolai di Coronavirus si stanno registrando nelle ultime ore in Italia. Le cause della loro comparsa, avvertono gli esperti, possono essere varie ma un ruolo cruciale è certamente quello dei soggetti asintomatici che sono positivi al virus.

A Vò, in Veneto, dopo giorni senza che si verificassero nuovi contagi, è stato di nuovo segnalato un caso, mentre a Roma focolai sono stati individuati in due conventi con 59 casi positivi.

Ed ancora: l’intero comune di Fondi in provincia di Latina è stato indicato come zona rossa con 50 casi di positività e circa 600 persone poste sotto sorveglianza.

La situazione è ovviamente ancora più critica al Nord ma nuovi focolai, sottolineano gli esperti, sono presenti anche in altre Regioni. «Si sono accesi altri focolai – afferma il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità Gianni Rezza – e ciò è probabilmente legato al fatto che la gente si è mossa in massa fino a 10 giorni fa, prima dell’entrata in vigore delle misure restrittive con l’indicazione di rimanere a casa. Focolai importanti ci sono a Bergamo e Brescia ma di nuovi se ne registrano anche in Emilia Romagna, Marche ed in Campania».

Nel Lazio «la situazione credo sia ancora gestibile, perché i focolai tendono ad essere ancora limitati. Bisogna dunque contenerli immediatamente con l’isolamento».

Nel riaccendersi di nuovi cluster epidemici o nella ricomparsa di casi dopo giorni di stop, come a Vò, potrebbero aver giocato un ruolo importante proprio i soggetti asintomatici, spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco. È possibile infatti, chiarisce, che «soggetti asintomatici abbiano continuato a circolare, creando così una nuova catena di contagio a distanza. Si potrebbe trattare cioè di soggetti asintomatici sfuggiti ai controlli e che hanno attivato una catena di contagi nascosta».

Quanto al fatto di aver ad esempio effettuato a Vò il tampone a tutti i cittadini, secondo l’esperto ciò può aver rappresentato una «falsa sicurezza»: «Chi è risultato negativo dopo aver fatto il tampone in un determinato giorno, magari è uscito ed ha avuto contatti, però quel soggetto potrebbe anche essere stato un asintomatico positivo. Dunque, il test esteso a tutti – conclude – non è una garanzia».

Intanto dal ministero della Salute, con una nuova circolare, arriva una ulteriore indicazione per il rafforzamento delle misure per contenere la diffusione del virus: vanno identificati tutti i soggetti che hanno avuto contatto con un caso probabile o confermato di Covid-19 nelle 48 ore antecedenti alla comparsa dei sintomi nel caso sospetto o confermato.