Thyssen, dopo tre anni Torino non dimentica

06/12/2010 di

Sono passati tre anni ma Torino cerca di non dimenticare. Manifestazioni pubbliche, iniziative estemporanee di
associazioni e di singoli cittadini, convegni, cortei e appelli richiamano alla
memoria i sette operai morti nell’incendio alla Thyssenkrupp, divampato nella notte
fra il 5 e il 6 dicembre del 2007. Vittime diventate un simbolo della lotta contro
gli incidenti nelle fabbriche e nei cantieri. Lo scrive anche Gianfranco Fini sul
numero del periodico «Sicurezza e Lavoro» distribuito per l’occasione: fu una
«tragedia assurda» che deve essere di «ammonimento costante». Intanto il ministro del
lavoro Maurizio Sacconi «apre» all’ipotesi di una procura nazionale dedicata alla
salute e alla sicurezza sul lavoro, mentre il vicepresidente del Senati Vannino Chiti
definisce «intollerabile» il fenomeno delle morti bianche che, secondo il leader Idv
Antonio Di Pietro, è cresciuto proprio negli ultimi tre anni.
Il terzo anniversario della tragedia cade ancora nel segno della commozione, delle
lacrime dei familiari. Ma è anche l’occasione per chiedere più tutele per chi lavora,
più sensibilità da parte degli imprenditori, più attenzione da parte di chi deve
controllare. E giustizia. Il pensiero corre al processo in Corte d’Assise, dove, per
la prima volta, viene contestato l’omicidio volontario a un datore di lavoro: il 14
dicembre i pm chiuderanno la requisitoria con le proposte di condanna. «Quantificare
le pene – dice Antonio Boccuzzi, l’operaio sopravvissuto che oggi è parlamentare del
Pd – non è compito mio, ma credo che ci siano pesanti responsabilità. E in un paese
normale, un paese civile, chi sbaglia deve pagare».
Nella giornata che segna il culmine della prima edizione della «Settimana della
Sicurezza», promossa da «Sicurezza e Lavoro», una cerimonia pubblica si tiene al
cimitero monumentale, mentre sulle statue più conosciute della città, quelle degli
antichi sovrani e dei condottieri medievali, spuntano degli elmetti gialli: un’azione
simbolica firmata dagli attivisti di «Terra del Fuoco» che lanciano, per l’8
dicembre, un corteo «per il lavoro sicuro». E nelle stesse ore, in un convegno,
davanti a una platea composta in prevalenza da studenti si parla di Thyssenkrupp,
naturalmente, ma anche delle altre tragedie che hanno insanguinato l’Italia che
lavora: da Casale Monferrato (Alessandria) arrivano i cittadini avvelenati
dall’amianto dell’Eternit, da Viareggio (Lucca) i familiari delle vittime della
strage ferroviaria del giugno del 2009.
Tecnici e politici disegnano lo stato dell’arte in materia di infortuni e di
prevenzione. Annalisa Lantermo, dirigente dell’Asl 1, illustra gli esiti di una
ricerca da cui risulta che la maggior parte degli incidenti, a Torino, si verifica
nelle fabbriche concentrate nella periferia nord. Il vicesindaco, Tom De Alessandri,
spiega che il Comune ha da poco inaugurato uno sportello che offre indicazioni e
informazioni ai delegati della sicurezza. E il presidente Valerio Cattaneo ricorda
che il consiglio regionale ha istituito dal 2007, proprio in seguito al caso
Thyssenkrupp, un fondo di solidarietà in favore dei parenti delle vittime.