Arrestato Antonio Iovine, il “boss manager” della camorra

17/11/2010 di

Quel viso da ragazzino gli era valso il soprannome di Òninnò, il bambino, ma Antonio
Iovine, 46 anni, primula rossa dei Casalesi arrestato oggi dopo quattordici anni di
latitanza, ha alle spalle una carriera criminale di tutto rispetto con una passione
per quegli affari che nel tempo hanno fatto sì che a Òninno si sostituissero
soprannomi come il ‘boss manager’ o ‘il ministro della spazzaturà, con il cemento,
uno dei suoi business preferiti.
Originario di San Cipriano d’Aversa (Caserta), Iovine era nell’elenco dei trenta
latitanti più pericolosi d’Italia: ora che è stato arrestato dovrà scontare la pena
dell’ergastolo comminata nei suoi confronti nell’ appello del maxiprocesso Spartacus,
a giugno del 2008. Con l’altro superlatitante Michele Zagaria, Iovine componeva la
diarchia che dalla latitanza ha diretto gli affari criminali del clan dei Casalesi,
facendone quell’impero così ben descritto nel libro di Roberto Saviano ‘Gomorrà.
Iovine è il ‘boss manager’, la mente imprenditoriale del sodalizio. A lui viene
attribuita la capacità del clan di espandere i propri interessi ben oltre i confini
campani, a Roma, ma anche nel Nord Italia, in Umbria e in Toscana.
È Iovine, per gli inquirenti, a rappresentare per anni la camorra imprenditrice nel
settore delle costruzioni, che fa affari e che ricicla i proventi delle attività
illecite, droga e racket su tutte, nell’economia legale e nel business del cemento
fino a costruire l’impero di ‘Gomorrà, come testimoniano i continui sequestri di beni
per miliardi di euro disposti da parte della magistratura.
Negli ultimi anni arresti e sequestri patrimoniali hanno fatto terra bruciata
attorno al boss ma lui sembrava imprendibile. Poi il cerchio si è stretto attorno a
lui: a novembre dello scorso fu arrestato uno dei nipoti. Prima, a marzo, era finita
in manette la sorella Anna. Stessa sorte per la moglie Enrichetta. Il fratello
Carmine, invece, fu assassinato in un agguato nel 1994.
Ma l’arresto più importante risale al febbraio di quest’anno: in manette finisce
quello che gli investigatori considerano il braccio destro di Iovine, Corrado De
Luca, preso in un appartamento di San Cipriano D’Aversa, dove Iovine è nato e
cresciuto. È per conto di Iovine che gestisce affari e interessi nel campo della
ristorazione. Da allora le voci su una possibile cattura della primula rossa dei
Casalesi si fanno più insistenti, fino all’epilogo di oggi quando ‘ÒNinnò è stato
stanato a Casal di Principe, nella roccaforte del clan.