Donne e informazione, ruolo femminile ancora marginale nel Lazio

25/11/2015 di
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donne-informazioneIl mondo dell’informazione nel Lazio, e nel resto d’Italia, ha ancora un profilo marcatamente maschile. È quanto dimostrato dai dati raccolti per la II edizione del GLocal Media Monitoring Project, un progetto focalizzato sulla rappresentanza e la rappresentazione delle donne nei telegiornali delle tv locali. Il progetto, realizzato dall’Osservatorio di Pavia con il contributo dei Corecom Lazio, Abruzzo e Toscana, si inserisce in quello più ampio del Global Media Monitoring Project, il più ampio e longevo progetto su scala globale di monitoraggio e advocacy sulle donne nei mezzi d’informazione che sarà presentato oggi, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Lo studio ha una periodicità quinquennale e ha monitorato l’informazione locale il 25 marzo 2015, giornata mondiale del GMMP, mostrando che le donne nelle notizie, come newsmaker o come fonti, sono solamente il 18,7%. La marginalizzazione delle donne nelle pagine più rilevanti dell’informazione, come politica ed economia, è un fenomeno globale. Tuttavia il grado di visibilità delle giornaliste è maggiore nell’informazione televisiva locale.

Per quanto riguarda il Lazio, le donne presenti nelle notizie come newsmaker o intervistate sono soltanto il 20,5% del totale. La presenza femminile è poi marginale nell’informazione politica ed economica, a vantaggio invece delle notizie di Scienze e Salute, Celebrità, Arte, Media e Sport, Società e Giustizia. Occorre però fare delle precisazioni: la presenza femminile raggiunge il 32% se la notizia è di Arte, ma solo il 7,8% se è di Sport; allo stesso modo nelle notizie di Società e Giustizia, le donne raggiungono il 41,5% se si trattano le migrazioni, ma solamente il 12,5% per notizie pertinenti il sistema giuridico, giudiziario.

Dati positivi si hanno invece riguardo la presenza femminile alla conduzione di programmi di informazione. Nel Lazio, infatti, ben il 72% delle news è annunciata da donne e quasi la metà dei servizi è a cura di giornaliste. Nel complesso, però, quello che emerge è un quadro in cui le donne sono ancora notevolmente discriminate: la loro soglia di notiziabilità aumenta solo nei casi in cui siano vittime o sopravvissute di incidenti, violenze o altro; le donne sono spesso definite in base alla loro relazione con un uomo noto o famoso, sminuendo così la loro identità e dimensione pubblica e professionale.

“Si tratta di risultati non confortanti – afferma Michele Petrucci, Presidente del Corecom Lazio – che confermano la scelta del Comitato di rafforzare, nello svolgimento della missione propria, lo sforzo e l’attenzione su tali tematiche ”. A commento dei risultati dello studio, Cecilia D’Elia, Presidente di Cabina di regia regionale per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne, ha dichiarato che “Questi dati ci confermano non solo la persistenza di vecchi stereotipi, ma anche la distanza tra comunicazione e donne reali. Modificare questa rappresentazione e dare più voce alle donne è uno dei tasselli della politica di contrasto alla violenza di genere che stiamo promuovendo e che vogliamo portare avanti in collaborazione con il Corecom del Lazio”.