Arsenico nell’acqua: a rischio Latina, Aprilia, Cisterna e altri comuni pontini

23/11/2010 di
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L’Unione Europea è stata chiara: niente deroga all’ innalzamento dei limiti chiesti dall’Italia sulla concentrazione di arsenico nelle acque a uso alimentare. Perché in taluni casi possono provocare malattie, perfino l’insorgere del cancro. Scatta ora una guerra contro il tempo per evitare che a casa di migliaia di famiglie i rubinetti possano restare chiusi a seguito di una possibile raffica di ordinanze. Tra i 128 comuni italiani a rischio ci sono: Latina, Aprilia, Cisterna, Cori, Pontinia, Priverno, Sermoneta, Sabaudia e Sezze.

L’intimazione indirizzata il 28 ottobre al ministero della Salute dall’Ufficio Ambiente della Ue apre un pesantissimo problema sanitario in 128 comuni dello Stivale divisi tra 5 regioni.

L’Unione Europea non vuole più, nelle acque potabili, quelle cifre superiori ai 10 microgrammi di arsenico per litro. Il motivo è che «valori di 30, 40 e 50 microgrammi» possono determinare «rischi sanitari, in particolare talune forme di cancro». Ecco perché le deroghe, soltanto per tempi limitati, possono essere richieste sino a concentrazioni di 20 microgrammi per litro.

A febbraio l’Italia – che ha recepito le direttive comunitarie in una legge sulle acque potabili in vigore dal 2001 – ha chiesto di innalzare i limiti consentiti temporaneamente, appunto, a 50. Ma la Ue ha bocciato la domanda facendo esplodere un problema che, stando al documento ufficiale indirizzato al ministero della Salute, riguarda i rubinetti di circa 250 mila famiglie.

Ad essere coinvolte sono grandi capoluoghi e paesi di poche decine di anime: per restare al Lazio, gli «utenti interessati» a Latina sono 115.490, ad Aprilia 66.624, a Viterbo 62.441 e poi ancora 10 mila ad Albano e 18 mila a Sabaudia. In Toscana acque a rischio in località vacanziere come Piombino, Cecina, Porto Azzurro e Porto Ferraio, ma anche Foiano della Chiana, Montevarchi, Campo nell’Elba, Rio Marina, San Vincenzo. Problemi anche a Orvieto in Umbria, mentre a Solda di Fuori, in Alto Adige, sono «solo» 25 gli abitanti che potrebbero ritrovarsi senz’acqua.

Il documento dell’Unione Europea e la lista dei comuni a rischio

  1. altra connection all’itagliana dopo la mozzarella “Dop alla diossina” si vuole anche l’acqua all’arsenico!! magari hanno messo in lista anche le acque pesanti del nucleare e acqua forte di frantoio…tanto stì babbei se bevono de tutto!!!

  2. Apprendere che l’acqua del tuo rubinetto, quella che usi per fare la pasta, il caffè, per lavarti, quella che molti bevono, magari per risparmiare qualche euro di minerale, potrebbe essere non potabile non è certo il modo migliore per cominciare la giornata. Eppure potrebbe essere così.
    In un mondo in cui tutto sembra essere irrimediabilmente inquinato, insidiato da cumuli di immondizia – vedi la Napoli di questi giorni – ti rendi veramente conto di quali e quante siano le responsabilità dell’uomo che ha usato violenza alla natura distruggendo, poco a poco, questo pianeta che, in fondo, con un po’ di buona volontà, poteva davvero essere un Paradiso terrestre.

    Da oggi, ogni volta che aprirò il rubinetto, avrò dubbi e tentennamenti, magari lo spazzolino mi tremolerà in mano, mentre lo faccio scorrere sui denti, convinto di pulirli e non di avvelenarli con l’arsenico.

    Personalmente non credo che questa storia sia grave come la presentano oggi giornali e siti web. Ma potrebbe davvero diventarlo senza un’adeguata attività di monitoraggio e prevenzione. Perché è evidente che l’acqua è il bene più prezioso del nostro delicato futuro. Ma l’uomo, preso a correre dietro speculazioni edilizie e ecomafie di ogni genere se ne era dimenticato. Si cerca ora, tardivamente, di correre ai ripari, con esiti incerti. Ma quello che è certo è che per noi utenti – che peraltro la paghiamo profumatamente, e un giorno qualcuno dovrà spiegarci perché – dei Comuni colpiti dall’allarme acqua all’arsenico, cioè quelli dei Castelli romani e della provincia di Latina, il rapporto con l’acqua del rubinetto di casa non sarà più come prima.

    E viene pure da pensare che forse bisognerebbe chiedere un risarcimento agli organi competenti, nel caso fosse dimostrato che l’acqua è di fatto avvelenata.

  3. come recita la circolare della Ue i comuni dovrebbero adeguarsi a rispettare le quantità di arsenico presenti nell’acqua..ma come si può procedere ad abbassare tali limiti se le sorgenti e le falde acquifere sono inquinate? praticamente dovremo cucinare e lavarci i denti con acqua in bottiglia che ha già un costo non indifferente
    vedrete che tra qualche tempo l’acqua costerà più del petrolio

  4. ed ora che sappiamo ciò come possiamo tutelare la salute nostra e dei nostri figli
    Per bere si può comprare l’acqua in bottiglia e va bene,già si faceva,ma per cucinare?
    Cosa si rischia ?
    Credo che questo sia un bel problema di cui dovrebbe farsi carico quanto prima il ministero della salute cercando delle soluzioni concrete non come quelle di innalzare il valore dei limiti di sicurezza da 10 a 50 mg/l….. ma magari costringendo i gestori ad istallare dei depuratori domestici quanto meno per poter abbassare la concentrazione di arsenico a valori non dannosi per la salute visto che paghiamo l’acqua molto cara a Latina.