Indagine sui libri: badanti lettrici da record

19/12/2010 di
libri-scuola

Badanti, lettrici forti. Per questo, con questo titolo, l’assessorato alle Politiche culturali della provincia di Roma ha creato una mostra bibliografica itinerante e sta conducendo un’indagine sui loro consumi culturali, i cui primi risultati sono stati presentati
alla fiera Più Libri Più Liberi. «Si tratta di guardare loro con uno sguardo diverso per scoprire meglio chi siano – spiega l’assessore Cecilia D’Elia – Abbiamo, sulle badanti, tante indagini socio-economiche che dimostrano quale ricchezza siano per noi
e quanto facciano risparmiare ai nostri enti assistenziali, noi ne facciamo una sui loro consumi culturali, anche per capire come accoglierle, visto che la prima scoperta riguarda il fatto che, partendo, in valigia, tutte hanno un libro e, mediamente, leggono più delle donne italiane».

L’indagine, che si basa su un centinaio di interviste campione approfondite (sin’ora ne sono state svolte poco più della metà), grazie all’aiuto di associazioni di assistenza alle donne migranti, dimostra che il 60% delle immigrate impegnate
nell’assistenza sono, secondo i nostri parametri Istat, «lettrici forti», e arrivate in Italia leggono molto libri in Italiano, sia per ragioni di apprendimento della lingua (grammatiche e dizionari) , sia per capire la cultura del paese che le ospita, e si lamentano che i loro datori di lavoro non abbiano la stessa curiosità verso i loro paesi, di cui spesso non riescono nemmeno a individuare l’ubicazione geografica.

Il 90% ha tra i 40 e 50 anni e, in precedenza, hanno svolto spesso lavori professionalmente elevati, solo che nei loro paesi sono sottopagati. La maggioranza vengono dai paesi dell’est Europa, il 19% sono filippine, poche le africane e le
sudamericane. È curioso come, da una parte, siano aperte al nuovo, e usino con disinvoltura la tecnologia, telefonini innanzitutto, ma anche Skype, Facebook ecc, e, dall’altra, sono legate alle loro tradizioni, alla musica popolare del paese da cui vengono, e spesso alla poesia, che cercano di farci conoscere. Se guardano bambini, usano fiabe e storie che hanno appreso loro da piccole e cantilene e ninnanane nella loro lingua.

Quel che risulta difficile, per mancanza di tempo, visto l’impegno di lavoro, è far loro frequentare anche qui le biblioteche pubbliche e, per questo, la Provincia, ricorda la D’Elia, «ha aperto otto Biblioteche del Mondo, sezioni nelle biblioteche di paesi come Bracciano, Mazzano o Ladispoli, con volumi nelle lingue delle comunità straniere più numerose in quei luoghi».