Vendevano case fantasma a Roma, denunciati
Quattro persone insospettabili, tra cui un ex consigliere circoscrizionale e un’avvenente donna, poi auto di lusso e prestigiosi uffici. Il tutto per vendere appartamenti ‘fantasmà e truffare così milioni di euro. Ma i quattro appartenenti alla piccola cricca romana sono stati scoperti dalla polizia che li ha denunciati per truffa. L’organizzazione aveva ruoli e funzioni ben definite per truffare ignari acquirenti interessati all’acquisto di beni immobili.
Un meccanismo perfetto quello escogitato da un’avvenente signora di 45 anni e dai suoi tre complici. La donna che si muoveva a bordo di un’auto di lusso, si presentava ai potenziali clienti come amministratrice di società di servizi e, millantando conoscenze all’interno della commissione assegnataria degli alloggi popolari, proponeva l’acquisto di beni immobili di enti previdenziali a prezzi notevolmente vantaggiosi. Un elegante ufficio nel quartiere Prati era il centro di questa attività fondata su una forma illegale di intermediazione immobiliare. Un ruolo di primo piano anche quello rivestito da un ex consigliere circoscrizionale che vantando conoscenze politiche nel quadro istituzionale, asseriva di poter ‘indirizzarè l’assegnazione degli appartamenti. Il falso commercialista, in realtà un promotore finanziario, aveva il compito invece di individuare gli istituti di credito disposti a concedere i prestiti alle vittime e far versare le caparre. In caso di complicazioni, ‘intervenivà falsificando buste paga da allegare alla documentazione per il raggiungimento dei requisiti richiesti per la concessione del prestito. Compiti di un vero e proprio fac-totum erano affidati invece al convivente della donna che si occupava di svolgere anche mansioni di autista e body guard. Assegni a garanzia, documentazione finanziaria di vario genere e personal computer sono stati sequestrati dalla polizia del commissariato Ponte Milvio, coordinati da Riccardo Bonocore, nel corso delle perquisizioni all’interno della sede della società e nelle abitazioni degli appartenenti all’organizzazione. Una serie di raggiri e false promesse con i quali la cricca è riuscita a raccogliere secondo una prima ricostruzione degli investigatori, fondi per diversi milioni di euro.