Terapia del dolore, un convegno a Roma

17/02/2011 di

Il dolore cronico, di natura oncologica e non, è una sofferenza che perdura nel tempo, compromettendo il benessere psico-fisico della persona. Ne sono colpiti anche numerosi cittadini laziali, basti pensare che solo i pazienti con dolore da cancro sono 100.000. La Legge 38 del 2010 ha finalmente sancito per tutti gli italiani il diritto a non soffrire: ora è necessario promuovere un cambiamento culturale anche all’interno della classe medica, in modo da garantire piena attuazione alla nuova normativa. Per formare gli specialisti del Lazio a un adeguato trattamento del problema, Roma ospiterà venerdì 18 febbraio, presso l’Hotel Crowne Plaza in Via Aurelia Antica 415, il corso formativo MAP “MAnaging Pain, Orientarsi nella Terapia del Dolore”, organizzato nell’ambito di CHANGE PAIN, importante programma internazionale di educazione e sensibilizzazione co-promosso da EFIC (Federazione europea della associazioni scientifiche che si occupano di cura del dolore) e da Grünenthal.

La tappa di Roma si inserisce in un più ampio programma di incontri formativi multidisciplinari, distribuiti in tutta la Penisola. Caratterizzati dall’alternarsi di lezioni frontali e workshop interattivi, in un’ottica di integrazione delle competenze, i corsi MAP si rivolgono a professionisti di diverse discipline: medici oncologi, anestesisti, reumatologi, geriatri, neurologi, ortopedici. Tra i relatori dell’incontro romano saranno presenti esperti operanti presso strutture sanitarie di riferimento per il territorio: Maurizio Evangelista, Direttore UO Terapia del Dolore UCSC/CIC, componente della Commissione Nazionale “Cure palliative e terapia del dolore” del Ministero della salute, esperto dell’Istituto Superiore di Sanità per la Terapia del Dolore; Antonio Astone, Ricercatore Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Agostino Gemelli – U.O.C. Oncologia Medica; Giorgio Cannelli, Servizio di Terapia del Dolore, Unità Operativa Anestesiologia e Rianimazione Policlinico Agostino Gemelli; Giovanni Gambassi, Responsabile Unità Operativa Geriatria Policlinico Agostino Gemelli.

“Questo è uno dei primi corsi organizzati all’indomani dell’approvazione della Legge 38”, afferma Maurizio Evangelista, che porterà l’esperienza ventennale dell’U.O. di Terapia del Dolore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore / CIC, la prima costituitasi nel Lazio. “Risponde quindi a un’esigenza di formazione che è la base  con cui poter garantire non solo un accesso omogeneo alla terapia del dolore e alle cure palliative su tutto il territorio nazionale, ma anche l’erogazione di prestazioni secondo canoni di qualità ed eccellenza. Non ci si muove più, quindi, su una base puramente volontaristica, ma  per rispondere a una precisa esigenza postulata da una legge. Il dolore, poiché inserito nei Livelli Essenziali di Assistenza, vede riconosciuta la sua importanza allo stesso modo di altre patologie croniche, quali il diabete o l’ipertensione: ciò significa che sarà necessario formare, in maniera analoga a quanto avviene nelle altre discipline, degli Specialisti provvisti di un curriculum dottrinario ‘ad hoc’”.

Il corso MAP di Roma si colloca a sostegno della diffusione di una nuova “cultura del diritto a non soffrire”, affrontando con gli specialisti i due aspetti necessari per assicurare un’ottimale terapia del dolore: la comunicazione medico-paziente e il percorso diagnostico-terapeutico. L’alleanza tra medico e paziente è vitale perché il dolore è esso stesso malattia e, come tale, porta con sé un pesante carico di timori e preoccupazioni. Come sottolinea l’oncologo Antonio Astone, che stima intorno ai 100.000 i pazienti oncologici del Lazio affetti da dolore, “la sofferenza  non è un fenomeno facilmente misurabile. La capacità del medico di ricevere la richiesta di aiuto trasmessa dal paziente, spesso in un linguaggio “cifrato”, è fondamentale per proporre la soluzione, non solo farmacologica, più appropriata. È opportuno riflettere sul fatto che è impossibile ‘curare’ il dolore senza una valutazione globale, spesso multidisciplinare, della persona”. Sull’importanza di un maggiore sforzo di comprensione della situazione del paziente da parte del medico insiste anche Giovanni Gambassi, che illustra il caso particolare della misurazione del dolore nei pazienti anziani affetti da demenza. “Una persona anziana demente – spiega – che ha perso la capacità di farsi intendere o la capacità di verbalizzare il proprio dolore, non è una persona che non ha dolore, ma un paziente il cui dolore è ancora più difficile da far emergere. Presso l’Unità Operativa di Geriatria del Gemelli stiamo lavorando a delle scale di valutazione psicometriche, che possano aiutare il personale medico a fare delle diagnosi di dolore in pazienti non in grado di rispondere alle scale già esistenti”.

Ai partecipanti al corso pertanto saranno fornite le basi per poter costruire una relazione empatica con il paziente ma anche per potersi orientare correttamente tra le diverse opzioni terapeutiche oggi disponibili, passando attraverso un impiego più appropriato di farmaci oppioidi, in Italia ancora sottoutilizzati. “Culturalmente in Italia il dolore è sempre stato considerato un momento ineluttabile della malattia”, afferma Giorgio Cannelli; “oggi ormai abbiamo gli strumenti medici e farmacologici adeguati per far fronte a quella che è la sofferenza inutile, ovvero il dolore che compromette la qualità di vita senza avere più la funzione di campanello d’allarme. A tal proposito, gli oppioidi sono sicuramente uno degli strumenti principali”.