Caso Marrazzo, perizia conferma: Cafasso morto per overdose

11/11/2010 di

Una perizia medico-legale, trenta pagine che confermano la tesi sostenuta dalla procura di Roma: Gianguerino Cafasso, il pusher dei trans coinvolto nella vicenda Marrazzo e affetto da cardiopatia, è morto per una overdose di cocaina ed eroina. Per un mix di speedball che stroncò la sua vita nella notte tra l’11 e il 12 settembre del 2009 in una stanza d’albergo nella zona di via Salaria, a Roma. Per quella morte oggi sono indagati, per il reato di omicidio volontario, i tre carabinieri infedeli Luciano Simeone, Carlo Tagliante e Nicola Testini (quest’ultimo attualmente in carcere), i quali secondo l’accusa avrebbero ceduto a Cafasso il mix letale di sostanze stupefacenti. I tre sono gli stessi militari coinvolti negli accertamenti per un presunto ricatto ordito ai danni dell’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Il risultato dell’accertamento tecnico, eseguito dal professor Giovanni Arcudi e illustrato in un documento di trenta pagine, è stato depositato oggi alle parti. Dalla perizia emergerebbe che la morte è avvenuta qualche ora dopo la cena: un elemento confermato dalla presenza di residui di cibo nello stomaco dell’uomo. Nel racconto di Jennifer, la trans legata sentimentalmente al pusher, i rapporti tra Cafasso e Testini erano buoni. «La notte prima della sua morte – ha raccontato al gip Renato Laviola nel corso dell’incidente probatorio del maggio scorso – si sono incontrati tra le 2.30 e le 3.00 in un parcheggio nella zona di Saxa Rubra, li ho visti e ho notato che Nicola gli ha dato qualcosa». A disporre la perizia, su richiesta dei legali degli indagati, non convinti del risultato dell’autopsia, era stato il Gip. Per l’esecuzione dell’esame medico legale si è resa necessaria la riesumazione della salma di Cafasso.