Mafie e imprese, Latina 25º in graduatoria

16/01/2013 di

Soprattutto in Lombardia e Piemonte, le mafie al nord investono nelle aziende con poca tecnologia, tanta manodopera e tante risorse pubbliche per riciclaggio, controllo del territorio e consenso sociale, e, come anche per gli immobili, la motivazione economica non è la principale. La situazione settentrionale si può definire «fluida», a causa della presenza di imprenditori locali non affiliati a una particolare organizzazione o di vere e proprie joint venture tra diverse organizzazioni criminali.

È la descrizione del fenomeno mafioso emersa dall’ampio rapporto su scala nazionale sugli Investimenti delle Mafie, presentato stamani all’università Cattolica nell’ambito del progetto promosso dal ministero degli Interni sulla criminalità organizzata. Tra le regioni del Nord e del Centro Italia, preferite dalle organizzazioni criminali affianco alla Lombardia vi sono Piemonte, Lazio, Piemonte e Basilicata mentre la provincia di Milano è la 26esima italiana, prima di lei, sempre al nord, si posizionano Roma, 13esima, Imperia, 16esima, Genova, 17esima, Torino, 20esima, e Latina, 25esima.

Le attività illegali sul piano nazionale generano ricavi pari all’1,7% di Pil, i ricavi annuali oscillano tra gli 8,3 e i 13 miliardi di euro ma costituiscono meno della metà dei ricavi totali illegali in Italia. Quanto alla distribuzione dei ricavi su scala nazionale, la Lombardia è in «buona» posizione per quanto riguarda soprattutto la ‘ndrangheta: è terza con il 16%, dopo il Piemonte (21%) e la Calabria (23%). Il tipo di investimenti, e il tipo di ricavi, da Sud a Nord varia, a sud prevale il mercato degli immobili mentre l’incidenza degli investimenti in aziende tende ad essere superiore in Lombardia e Lazio, raggiungendo la quota del 10%.

Nel 46,6% dei casi si tratta di s.r.l. ma anche le imprese individuali (25,8%) e le società in accomandita semplice (14,5%) fanno gola alla criminalità organizzata. I settori più penetrabili sono quelli a bassa tecnologia e altà densità di manodopera e investimenti pubblici, primi fra tutti quindi le costruzioni, estrazioni e anche ristoranti e alberghi. I bar, anche, sono uno degli investimenti «tipico» della ‘ndrangheta che con questi e altri «giri illegali» su aziende e ristoranti, è quella più presente al Nord, Milano e Lecco in primis. L’analisi presentata stamani ha fotografato la presenza di criminalità organizzata italiana anche all’estero, soprattutto «cavalcando» il mercato degli immobili e il turismo, se non quello agricolo. In Europa Germania, Spagna e Paesi Bassi sono le aree con maggior presenza di Camorra, Cosa Nostra e ‘ndrangheta, mentre fuori Europa le tre organizzazioni criminali si dividono: Cosa Nostra prevalentemente si rivolge a Canada, Colombia e Venezuela, la Camorra si spinge in Cina e si affianca a Cosa Nostra in Colombia e Venezuela, la ‘ndrangheta è presente in Australia, oltre che in Canada e sempre in Venezuela.

  1. Ma cosa dicono queste classifiche!!!!
    da noi a Latina il problema piu grande sono le giostre pericolose e senza pemesso messe subito(dopo 10 anni) sotto sequestro……
    ahahahhahahahha
    P:U:P:A:Z:Z:I ! ! !
    tutto tutto niente niente
    il vs cetto lachiunque

  2. Ma tranquilli a Latrina la Mafia non c’è e se lo dicono i politici ci possiamo fidare no?

  3. Poi qui ci sono problemi più urgenti che so la cacchetta del cane sui marciapiedi ad esempio…

  4. beh, finalmente un buon posto in classifica, eravamo stanchi di essere centesimi in tutto !