CLAUDIO FAZZONE: “PRESIDENTE DEL LAZIO? PERCHE’ NO?”

05/09/2008 di

di GIOVANNI DEL GIACCIO *

«Il coordinamento regionale è d’accordo, io sono a disposizione e se Berlusconi chiamerà non mi tirerò certo indietro». Erano voci quelle di qualche tempo fa sulla candidatura alla presidenza della Regione di Claudio Fazzone per le elezioni del 2010, adesso cominciano a diventare qualcosa di più concreto.


Il voto è lontano, ma Fazzone non teme di bruciarsi: «E’ chiaro che il nome non si fa oggi – spiega – né possiamo immaginare di averlo all’ultimo minuto, per questo la scelta va fatta nel tempo giusto perché chiunque sia il candidato deve avere la possibilità di lavorare per proporre un nuovo modello di Regione e vincere». La proposta di Fazzone non ha, ormai, solo consensi pontini, qualche sera fa se ne è parlato anche a Viterbo, ma alla fine – senza dimenticare che in mezzo c’è la costituzione del Pdl – sarà Berlusconi a dire l’ultima parola. «E io mi atterrò a quella, sono stato e sarà sempre federe al presidente, ritengo di avere l’esperienza necessaria e la conoscenza del Lazio che continuo a girare occupandomi dei problemi e del quale so più di un candidato che potrebbe essere calato dall’alto».

Intanto c’è un altro aspetto, il riequilibrio rispetto a Roma: «Sono convinto che per esperienza e capacità politiche Claudio Fazzone possa essere un candidato idoneo, forte e credibile – dice Romolo Del Balzo – non vorrei che su alcuni esponenti politici prevalesse la tentazione romanocentrica». Una “sfida” a Roma? «E’ una candidatura per il Lazio – chiarisce il senatore – anche se si dovrà lavorare affinché la Capitale abbia poteri e finanziamenti specifici nel futuro, ha esigenze diverse rispetto al resto del territorio, il Lazio è orgoglioso di avere Roma che però non deve gravare sul funzionamento della Regione». Poi, quasi da già candidato, non risparmia bordate a Marrazzo: «La Regione deve essere altro, avere più una funzione legislativa che amministrativa, comincerei a eliminare il 90% delle strutture parallele create solo per moltiplicare incarichi, basta pensare all’Astral. Ci sono dirigenti e dipendenti, ci pensassero loro. Poi c’è da lavorare a una riforma che oltre a tagliare enti inutili faccia una reale semplificazione e deleghi funzioni ai Comuni». Ancora: «Ha costruito parchi e aree protette solo per nominare i presidenti, il Lazio è una regione con un patrimonio naturale e storico inestimabile ma produce anche il 10,5% del Pil nazionale, è ora di pensare meno ai vincoli e più alle imprese». Fazzone ha un’idea anche sulla sanità: «Fuori la politica, le Asl restino per controllo e gestione, poi diamo un budget agli ospedali dove i sanitari eleggono un loro comitato di gestione, quindi vediamo chi è bravo a gestire le risorse e chi non». (* Il Messaggero, 06-09-2008)