Spazio alla narrazione: Potere alle Storie racconta Latina con occhi differenti. Intervista a Graziano Lanzidei
Via agli eventi di Potere alle storie, il weekend dedicato alla narrazione. Tutti gli incontri verranno svolti nel Sottoscala, uno dei luoghi “indie” di Latina. Graziano Lanzidei, uno degli organizzatori, spiega l’atmosfera del festival.
Qual è la filosofia del festival, soprattutto quali sono i motivi di fondo che hanno mosso l’organizzazione?
La filosofia di fondo di questo festival è sicuramente la narrazione, e diciamo valorizzare, attraverso quest’ultima, la realtà del territorio. Lo facciamo attraverso personalità di livello nazionale, per quanto possiamo, cerchiamo di portare qui persone la cui opera reputiamo molto interessante, per esempio Riccardo Sinigallia: oltre ad essere nel gruppo Tiromancino ha fatto da solista anche a Sanremo.
E invece sulla scelta della tematica dello spazio… Perché proprio lo spazio, e in che senso sarà trattato?
Dallo spazio come stelle, fino allo spazio urbano, dai laboratori di art du deplacement con uno dei fondatori della disciplina che viene dalla Francia.
L’art du deplacement è uno sport e filosofia di vita metropolitana. Si parla dell’inizio anni ’90, in Francia. La filosofia di base è riuscire a superare qualsiasi genere di ostacolo adattando il proprio corpo all’ambiente, che sia urbano o naturale. Si parlerà quindi anche di spazio urbano, l’evento potrebbe essere visto come arricchimento o miglioramento del territorio?
Come spazio urbano intendiamo Latina, sì… Con dei laboratori raccontiamo la città da punti di vista differenti. Loro attraverso il movimento reinterpretano degli spazi… Se vediamo una panchina magari ci viene spontaneo sederci, invece loro, magari, l’attraversano con un salto. È una disciplina che si fa all’aperto. Prima devono pulire l’area, quindi sì, è un modo per pulire le zone e riqualificarle attraverso il movimento. È una cosa risaputa, dove si allenano per l’art du deplacement, sparisce la microcriminalità.
Parlando invece di storytelling, come verrà raccontata la città?
Con lo storytelling racconteremo la città di Latina sotto un’ottica un po’ diversa: la vita notturna. Negli anni ’60-’70 qui a Latina c’era il “giro di Peppe”, veniva chiamato così. Legare questo con un nuovo giro di Peppe, quello di adesso. Creare un effetto piacevole sovrapponendo dei periodi, trasferendo le persone visivamente, da un periodo ad un altro: un collegamento sinaptico che speriamo si attivi.
Parlando ancora di spazio urbano. Oltre che alla musica e ad attività sportive, si parlerà anche di teatro. Cosa verrà messo in scena?
Sì, ci sarà uno spettacolo di una compagnia teatrale di Sezze, chiamato “Garbatella”. È un racconto della trasformazione di quel quartiere romano in un intero arco di tempo, anche se è su Roma lo facciamo per far evidenziare che lo spazio urbano non rimane immutato nel tempo… è in continua evoluzione.
E invece parlando di novità, quest’anno sarà inaugurato il Premio Potere alle storie.
Adesso lo abbiamo istituito, infatti usiamo il festival per istituirlo ufficialmente, abbiamo raccolto delle candidature, premieremo un fotografo che è riuscito a guardare Latina con occhi diversi, da diversi punti di vista, con una storia alle spalle… ma i dettagli li saprete alla premiazione.
“Raccontare lo spazio da diversi punti di vista: dal reale come lo spazio urbano, a quello astronomico, fino poi a quello virtuale, per arrivare allo spazio celato dietro la musica. È anche un modo per questa città di confrontarsi con realtà maggiori, e lo faremo nel posto più indie che è il Sottoscala” conclude Graziano Lanzidei.
> POTERE ALLE STORIE, IL PROGRAMMA
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