Copiato il brevetto del Tutor, ma l’apparecchio non sparirà

11/04/2018 di
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Autostrade per l’Italia ha copiato il brevetto del Tutor, il sistema che punisce chi supera i limiti di velocità, ma il controllo elettronico non sparirà e, entro tre settimane, verrà sostituito da un nuovo e analogo strumento.

Si conclude così, almeno per il momento, la battaglia legale che dal 2006 oppone il gruppo autostradale alla Craft, una piccola azienda di Greve in Chianti che ha vinto la causa davanti alla Corte d’Appello di Roma.

Stando alla sentenza di ieri della Corte d’Appello, cui la Cassazione nel 2012 aveva rinviato la causa (dopo due gradi di giudizio che davano torto all’azienda toscana), Autostrade per l’Italia ha copiato il brevetto depositato dalla Craft di Romolo Donnini, ex tecnico della Galileo che l’aveva depositato nel 1999 e che ora si dice «soddisfatto», malgrado la Corte non abbia accolto la sua richiesta di risarcimento danni.

Insieme a Donnini ha vinto la battaglia legale anche un imprenditore di Latina, Alessandro Patanè, titolare della Mpa che aveva sviluppato il software del sistema e che aveva chiesto, davanti al tribunale di Latina nel precedente giudizio, oltre 11 milioni di euro di risarcimento, non riconosciuti dai giudici.

Secondo i giudici romani l’idea «inventiva» originaria appare «pedissequamente riprodotta», e non si ravvisa nemmeno «alcun apporto creativo originale» alla sostituzione effettuata da Autostrade del sistema di rilevamento, da quello ottico previsto dal brevetto toscano a quello per mezzo di spire virtuali.

Per la corte, insomma, è una sostituzione che «appare banale e priva di originalità». Per questo il Tutor«costituisce contraffazione» del brevetto Craft, va rimosso e Autostrade dovrà pagare all’azienda toscana 500 euro per ogni giorno di ritardo nell’eliminazione del sistema. Autostrade, che annuncia un ulteriore ricorso in Cassazione, assicura però che il sistema non va in soffitta.

Il Tutor, infatti, non verrà rimosso dalla rete, sarà invece immediatamente sostituito con uno nuovo, diverso da quello attuale. L’azienda ha infatti deciso di farsi carico della sanzione pecuniaria prevista per mantenere attivo il meccanismo attuale fino alla sostituzione integrale degli apparati con altro sistema di rilevazione della velocità media, che «avverrà entro tre settimane».

La decisione della Corte d’Appello di Roma, aggiunge Autostrade, «riconosce che non c’è stato alcun arricchimento da parte di Autostrade per l’Italia, non avendo la concessionaria ottenuto alcun vantaggio economico dall’utilizzo del sistema che ha come unico obiettivo quello di tutelare la sicurezza dei clienti, né alcun danno per Craft. Pertanto, la sentenza di oggi non prevede alcun indennizzo a beneficio di Craft per l’utilizzo del sistema».

IL SISTEMA. Introdotto nel 2004 dopo un lavoro di preparazione svolto con la Polizia stradale, il ministero dei Trasporti e le associazioni dei consumatori, il Tutor, che è attivo su oltre 2.500 km di carreggiate, non rileva semplicemente lo sforamento dei limiti in un singolo punto della rete, ma la velocità media su tratti di una lunghezza indicativamente tra 10 e 25 km, grazie all’installazione di sensori e portali con telecamere.

Si tratta di un sistema, stando ai dati comunicati da Autostrade per l’Italia, che «ha ridotto del 70% il numero dei morti sulla rete autostradale», grazie a una diminuzione del 25% della velocità di picco e del 15% di quella media. Tanto che la Polstrada lo definisce «uno dei migliori strumenti per garantire la sicurezza stradale e l’incolumità dei conducenti».

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