Termoinceneritore a Latina, Mattioli: “Beffa della Polverini”

19/11/2010 di
termo_inceneritore_763634

di FABRIZIO MATTIOLI *

La decisione del Presidente Polverini, di localizzare in Provincia di Latina un termoinceneritore (così chiamato nelle direttive UE) per bruciare rifiuti, sarà l’ennesima beffa che la maggioranza di centrodestra in Regione, dopo i tagli alla sanità e alle opere pubbliche, sta riservando alla nostra Provincia.

Partendo dal presupposto che il ciclo dei rifiuti va chiuso in ambito regionale, cioè con una pianificazione di impianti e sistemi che coinvolga tutte le provincie, sono anni che sosteniamo che per la provincia di Latina non occorre un termoinceneritore per smaltire i rifiuti prodotti.

La provincia di Latina produce una media di 330.000 T/anno di rifiuti, che se facendo una raccolta differenziata al 45/50% , risultato che si potrebbe ottenere con il minimo sforzo e la volontà di farlo, due impianti , a nord e sud della provincia ,per il trattamento e l’ulteriore selezione del rifiuto da trasformare in CDR (combustibile da rifiuto) e un impianto per l’umido, ridurrebbe il quantitativo di rifiuti in circa 80/90.000 T/anno, quantità tale da poter essere smaltita nei termoinceneritori esistenti e sottoutilizzati di Colleferro (RM) e San Vittore del Lazio (FR), altro è la decisione del duo Alemanno/Polverini che vorrebbero riconfermare il Comune di Latina la pattumiera della Provincia e del Presidente Cusani nella sua ostinazione a voler realizzare l’impianto in provincia.

La chiusura del ciclo dei rifiuti appunto, è parte di un ragionamento più ampio, che va dall’educazione all’utilizzo di materiali riciclabili fino al loro riutilizzo, non è bruciandoli che diventano risorsa ma usandoli come fonte di risparmio di materie prime.

Le Istituzioni si riapproprino dei ruoli che gli spettano, pianificando , dopo attente valutazioni urbanistiche, ambientali ed economiche, i sistemi di raccolta e la localizzazione degli impianti per le esigenze di smaltimento dei rifiuti, senza continuare in un atteggiamento che potrebbe apparire finalizzato a creare condizioni per una nuova emergenza alla quale non ci si potrebbe più credere.

La Regione investa risorse per favorire la raccolta differenziata, premiando i Comuni virtuosi e stimolando anche con provvedimenti seri quelli che non la fanno, la Provincia di Latina pianifichi sul proprio territorio le aree dove fare gli impianti di cdr e compost e metta intorno al tavolo della conferenza dei Sindaci gli amministratori, favorendo una collaborazione istituzionale tra enti per la risoluzione definitiva del problema, troppi Comuni nella nostra provincia non fanno la raccolta differenziata o se la fanno è minima, quello che succede a Napoli ci deve essere di monito,avendo rincorso per troppi anni la favola del termovalorizzatore, si sono persi di vista tutti i passaggi intermedi che hanno favorito l’emergenza.

Nella sostanza bisogna predisporre tutte quelle misure atte alla realizzazione di tutto quanto sopra esposto, senza perdere tempo motivando anche con risorse economiche , quei tanti comuni che non fanno la raccolta differenziata in termini seri, predisporre subito la localizzazione di due aree in zona industriale a nord e a sud della provincia per i due impianti di selezione e trattamento e quello del compost per ridurre ulteriormente il quantitativo di rifiuti (punto fondamentale che giustifica l’inutilità di un termovalorizzatore in ambito provinciale) e procedere con le gare di aggiudicazione degli impianti stessi e contestualmente potenziate ed adeguare le linee degli impianti di termovalorizzazione esistenti a Colleferro e San Vittore per far sì che si garantisca la contestuale chiusura del ciclo, evitando lo stoccaggio e lo stazionamento che comporterebbe un aggravio economico.

E’ un punto fermo, il superamento del sito di Borgo Montello per ogni tipo di impiantistica, anzi l’accellerazione che si deve dare nella realizzazione della stazioni di selezione e trattamento e proprio per cominciare a diminuire il flusso dei rifiuti da conferire nelle discariche e contemporaneamente iniziare i lavori di bonifica e messa in sicurezza delle stesse, arrivate ad una soglia di pericolosità ambientale massima, chiederemo con forza e decisione che i soldi del benefit ambientale vengano utilizzati per queste opere, in segno di riconoscimento per i danni e le servitù subite in questi anni dalla popolazione di Borgo Montello/Bainsizza, anche per finanziare quello studio epidemiologico , che servirà a verificare e monitorare le patologie cliniche legate alla esposizione da sostanze tossiche derivate dai rifiuti.

l’ampliamento delle discariche che si sta realizzando, è un’ennesimo prolungamento della servitù che i cittadini di Montello e Bainsizza dovranno sopportare, ampliamento dovuto al fatto che in 15 anni di governo a Latina e Provincia il centro destra, anche quando aveva gli strumenti per farlo, è stato assente e complice del disastro ambientale di Montello, sé avessero fatto negli anni scorsi una politica volta alla riduzione dei rifiuti da paese civile, oggi le discariche non si sarebbe dovuto ampliarle, hanno inseguito la panacea del termovalorizzatore per anni, senza lavorare per ridurre i rifiuti a monte del processo, E’ un fatto chiaro e lampante che se allo stato attuale non si può chiudere la discarica di B.go Montello è per le responsabilità del centrodestra che, in tutti questi anni avuti a disposizione , non ha deciso la localizzazione e realizzazione degli impianti di trattamento e selezione dei rifiuti attraverso i quali già oggi avremmo potuto mandare il cdr a Colleferro e S.Vittore anziché conferire il rifiuto indifferenziato in discarica.

Deve essere chiaro infatti che più cdr viene prodotto e meno rifiuti finiscono nella discarica. E’ un concetto semplice da capire, un concetto chiaro come è chiaro che l’inceneritore sarebbe l’ennesima servitù e non un occasione di sviluppo come invece voglio fare credere alla cittadinanza e come sono decisi a realizzare per chiudere le discariche, servitù su servitù, e la storia continua.

Noi vogliamo, in definitiva, un ciclo dei rifiuti che si basa su un impegno di civiltà e di salvaguardia ambientale che porterà alla definitiva chiusura delle discariche.

Chiederemo con forza alle Istituzioni preposte di chiarire una volta per tutte la situazione riguardo gli inquinamenti da percolato che hanno devastato le falde acquifere, vedi rapporti ARPA, di andare fino in fondo alla storia dei famosi fusti tossici interrati negli anni 90 e a tutte le vicende oscure che hanno gravitato intorno le discariche, abbiamo fiducia nella magistratura, chiediamo che si arrivi presto a definire le responsabilità.

Saremo attenti e vigili sul territorio, pronti al confronto con tutti e ad assumerci le nostre responsabilità, ma una cosa dovrà essere chiara sempre, non permetteremo mai a chiunque con scelte dissennate di continuare a distruggere il bene più grande che ha Latina, l’ambiente , non permetteremo mai che l’affare di pochi diventi il danno per molti.

Misure precise per garantire che le discariche vengano chiuse, bonificate e messe in sicurezza, è un dovere morale che le istituzioni e le forze politiche devono a tutti quei cittadini che hanno subito per 30 anni una servitù deprecabile come quella di essere la pattumiera di tutta la provincia e inoltre garantire definitivamente le forme risarcitorie (benefit ambientale) che per troppi anni l’amministrazione comunale di Latina non ha utilizzato in quei territori, incassando decine di milioni di euro di benefit e utilizzandoli sempre e solo nel libro dei sogni e mai in fatti concreti a favore di quei cittadini.

Dovrà essere impegno di tutti, forze politiche ed istituzioni a far sì che il territorio di Larina che và dalla marina di Latina per arrivare fino a Borgo Le Ferriere e che incontra per il suo percorso la duna costiera ed il mare con l’eventuale portualità fonte di sviluppo, la valle dell’Astura con caratteristiche ambientali e agricole di pregio e di valore,il cuore della coltivazione del kiwi IGP Latina di primaria importanza in produzione e qualità a livello mondiale , il Borgo antico di Casale di Conca con la Chiesa dell’Annunziata e gli antichi Granai, testimonianza storica da rivalutare,numerosi casali e poderi di fondazione parte importante della storia della nostra città, le antiche ferrerie di Conca con in itinere l’allestimento di un centro museale di interesse nazionale, SATRICUM e il tempio della MATER MATUTA millenni di storia del nostro territorio che una università olandese da anni studia e rivaluta, la casa del martirio di Santa Maria Goretti centro religioso di importanza notevole per un flusso turistico religioso fonte anche di economia, venga riconosciuto per queste peculiarità e diventi parte importante di un tessuto economico nuovo dell’agro Pontino imperniato sul turismo e la filiera agroalimentare, che potrà essere volano di un nuovo rinascimento economico della provincia di Latina.

* ex consigliere comunale Latina PD

  1. non può coesistere il bruciatore di rifiuti con la raccolta differenziata, una esclude l’altra, se si differenziano e riciclano i rifiuti al 70% – 80% il restante scarto non può essere destinato al “termovalorizzatore” perchè insufficiente per quantità e non idoneo alla combustione, quindi il problema dei rifiuti solidi urbani è solo una “furbata” politica che vede in tali progetti NERONIANI possibilità di guadagno facile grazie agli incentivi statali.
    Questo è solo uno degli aspetti negativi dei così detti TERMOVALORIZZATORI di rifiuti e biomasse, oltre a quelli citati nell’articolo dall’EX CONSIGLIERE ne esistono altri più assurdi dei quali nessuno parla.