Malinconico (Sel): “Subito il nuovo Prg per Latina”

18/11/2010 di
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di RENATO MALINCONICO *

Se vogliamo davvero cambiare Latina lo strumento fondamentale è la pianificazione … è un nuovo Piano Urbanistico. A qualcuno potrà sembrare ovvio, ad altri potrà sembrare un tema lontano dalle esigenze strette dei cittadini, altri ancora vedono la via d’uscita nell’ennesimo pasticcino del piano casa, ma non è così.

Un nuovo Piano Regolatore è necessario perché influisce direttamente sul quotidiano e, insieme a processi quali il bilancio partecipato e Agenda 21, coinvolge direttamente la popolazione nelle scelte politiche, economiche, energetiche, sociali .. in due parole è creare in modo condiviso e sostenibile le migliori condizioni per lavorare e vivere Latina. Sono troppi anni che questa città ha vivacchiato, adagiata sull’assenza totale di un progetto complessivo di ciò che voleva essere e di cosa voleva offrire ai suoi cittadini. Si è rifiutato sistematicamente questo approccio, ed in questo clima ognuno ha potuto inserire, all’ombra di un’inquietante centrale nucleare e sotto il puzzo di una discarica, le proprie visioni oniriche di magnificenti Porti e Aeroporti (ma c’è poi tutta questa gente da portare?); Terme ad acqua fredda e fatua; pseudometrofilobus a monorotaia su gomma, che solo a pronunciarla manca il fiato (oltre che la copertura finanziaria); Biblioteche Alessandrine (ora parcheggio a pagamento dopo una devastante ed inutile demolizione), un lungomare alla Copacabana (molto lungo, poco mare e tanta breccola criminale), Tribunali che manco Perry Mason ha mai bazzicato … e chi più ne aveva di più grosse ne ha sparate – a nostre spese, quelle si davvero faraoniche. Tutto questo frenetico inaugurare non ha prodotto nulla di nuovo o di buono, dimenticando però il quotidiano e la gestione dell’ordinario.

Chi diceva di avere Latina nel Cuore -di fatto- l’ha brutalmente stuprata per anni e poi l’ha tradita puntualmente, dimenticando che il 90% del territorio comunale è ancora relegato ad un vasto campo indefinito di un vecchio PRG di quarant’anni fa. Ma tutto questo bianco stride fortemente con il caos ingestibile che si può facilmente leggere sulle foto aeree di google-map. Un comune immobilizzato nel nulla decisionale, per meglio derogare a livello clientelare. Si è lasciato che le falde acquifere si prosciugassero e diventassero salmastre sotto i campi, il nostro mare si è ridotto ad un enorme pantano marrone e maleodorante intriso di liquami di fogna e pesticidi; le aziende sono state lasciate sole a barcamenarsi tra i lacci e laccioli delle interpretazioni, da contrattare in stanze separate di poco solerti funzionari, senza mai un supporto, un’ambizione o un’aspirazione collettiva. Chi ha avuto la sfacciataggine e la possibilità di infrangere le regole ha condonato i propri abusi e soprusi o ha contrattato a suo piacimento i piccoli “strumentini” di zona in variante, tasselli di un assurdo puzzle che non si incastrerà mai in una visione leggibile e men che meno utile. Chi, invece, voleva costruire nella legalità il suo futuro luogo dell’abitare o il proprio luogo di lavoro, privato o collettivo che fosse, magari innovativo e non compreso nella discrezionale interpretazione del bianco, ha sbattuto la testa contro un enorme muro di gomma.

Chi voleva competere con i propri mezzi e le proprie capacità si è trovato a soccombere ai tanti monopolisti “unti” dall’Amministrazione (e pure questo è ben strano). Oggi, pur avendo un patrimonio edilizio pari almeno al triplo del rapporto metro cubo abitante, ci troviamo nel paradosso di non avere accesso alla casa, se non passando in banca per l’indebitamento delle prossime tre generazioni (se e quando ciò è possibile); siamo sempre più senza lavoro e ormai dobbiamo pagare dazio e contro-dazio a tutti i mostri speculativi creati ad arte: da Latinambiente ad Acqualatina, da Metrolatina alla fantomatica società delle Terme … ed ora anche da morti dobbiamo un doppio obolo ai nuovi padroni del nostro Cimitero. Crediamo davvero che solo un nuovo progetto della Città, analizzata nella sua complessità, se attuato secondo le più avanzate teorie scientifiche e di conoscenza dell’esistente e nei suoi processi di trans-formazione, potrà avviare un processo di riqualificazione, ri-identificazione e sviluppo sostenibile del territorio. La priorità del nuovo Piano sarà inevitabilmente lo spazio dell’Edilizia Residenziale Pubblica quale fattore calmierante sui prezzi dell’abitare. Si dovrà puntare sul riuso, sull’adeguamento e sulle nuove tecnologie. Ma Latina non è racchiusa solo nelle cinta della circonvallazione anzi.. Occorre pensare e ripensare le periferie urbanizzate e tutto quel vasto territorio comunale lasciato nell’oblio. Come primo punto proponiamo che venga effettuata un’analisi Agronomica ed idro-geologica dei terreni, ora definiti indistintamente come agricoli, identificandoli per diverse capacità e potenzialità produttive. In parole povere: individuare i suoli dove produrre cibo (distretto agroindustria) e dove, invece, si può integrare e, se necessario, sostituire una produzione asfittica con il turismo tradizionale, l’ecoturismo e l’agro-turismo; quelli dove impiantare il fotovoltaico, dove procedere alla riforestazione, anche per avviare un indotto produttivo Vivaistico-Forestale che interessi ampie aree pianeggianti e dove, invece, procedere ad un rilancio dell’Allevamento e dei settori connessi quali il lattiero-caseario. Su questo schema si dovrà delineare il profilo della città del futuro, calibrarne le infrastrutture, indicare un piano del traffico e di trasporti pubblici puntuale e policentrico, i luoghi dell’abitare, del vivere sociale e civile -spazi questi che mancano del tutto o quasi.

L’Amministrazione che verrà dovrà farsi carico di rilanciare da un lato l’Istituzione di nuove Facoltà Universitarie quali quella di Scienze Agrarie e Forestali, quella di Geologia e quella di Veterinaria/Zootecnia, anche in sinergia con i Parchi, e d’altro lato dovrà mettere in campo un patto sociale di operatori dei settori Pubblici e privati interessati, quali imprese agricole, imprese produzione e lavorazione del legno, industria cartiaria, aziende di produzione meccanica, imprese turistiche, ecc ecc. Il tema è molto complesso e di volta in volta renderemo pubbliche le elaborazioni di Sinistra Ecologia e Libertà, confidando sul concreto e qualificato apporto della società civile, delle teste pensanti, del cittadino comune che di questo stato di cose è comunque vittima e forse anche un po’ complice, più o meno consapevole, di destra o di sinistra che sia … E’ proprio l’ora di fare qualcosa e non solo di tifare inermi sugli spalti di una partita, altrimenti davvero persa in partenza.

* Sinistra Ecologia Libertà – Latina

  1. Non ricordavo Malinconico come esponente di questo nuovo marchio politico, ma a parte questo vorrei ricordare allo stesso che fare un nuovo piano regolatore significa cementificare ulteriormente Latina, e magari in passato si sono arricchiti determinati personaggi speculando sull’edilizia.
    Abbiamo bisogno di ottimizzazione di risorse, di risolvere il problema dei nostri giovani che non lavorano o che fanno lavori completamente estranei alla loro specializzaziloni, il problema della povertà… molte famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese e per loro è un lusso poter avere un figlio, abbiamo intrecci malavitosi con la politica che hanno ridotto a mal partito la vivibilità di questa provincia, abbiamo realtà industriali decotte, un’agricoltura che è ridotta suyl lastrico….. non occorre cementificare Latina ne pensare di farlo (anche se qualcuno dirà che piano regolatore nn è solo cementificare, io nn ci credo)…

  2. Colui che aveva concepito Latina e disegnata sulla carta con cerchi concentrici (abbozzo di un’idea che copia, come qualcuno dice, place de l’etoile) e poi ne affido’ a Frezzotti la realizzazione pratica, ebbene questo “colui” aveva concepito questa città che si espandeva a cerchi concentrici con una predilezione verso il villaggio operaio .
    Invece negli anni 60 e 70 abbiamo visto abbattere la casa del contadino per un palazzo di 22 piani senza posti auto per i relativi abitanti(garage rivenduti a parte ed era possibile all’epoca).
    Successivamente un’intelaiatura metallica che vorrebbe scimmiottare molto in piccolo i grattacieli di manhattan, che attualmente è spoglia ed è uno sconcio vederla in centro.
    Poi i “voli pindarici” come li chiami caro Renato si sono rivolti verso la zona del cimitero cementificando in massa migliaia e migliaia di metri cubi, verso la zona L (una specie di parioli latinense) poi ciliegine sulla torta Q3 Q4e Q5 mentre Via delle Rose e zone vicine erano considerate agricole. Ho amici da quelle parti che stanno a 3,5 km da piazza del popolo e stanno in campagna mentre la nascosa che sta a 5 km da piazza del popolo è considerata città.
    Latina ormai è un coacervo di contraddizioni, vediamo persone che si dedicano alla politica facendo credere in un’illuminazione dall’alto tenendo per i soliti quattro gatti le candidature facendo le solite promesse elettorali poco o scarsamente applicabili.
    Per esempio abbiamo oltre 100 strade di campagna , deliberate 17 anni fa ma che di fatto rimazngono private pur se aperte al pubblico passaggio,polverose o piene di pozzanghere a seconda delle stagioni, gli ex proprietari di dette strade avversano fortemente (in alcuni casi) che vengano asfaltate producendo dei contenzioni chilometrici tutti a spese della comunità, non si potrebbero sistemare visto che i relativi abitanti hanno sborsato centinaia di migliaia di euro (complessivamente)?
    Questo era un esempio di ottimizzazione visto che non è coerente avere marmi in citta e strade da far west nell’immediata periferia o poco fuori.
    Il problema delinquenza: nessun politico ha condannato i recenti episodi di violenza che creano allarme sociale tra il resto della cittadinanza e non sono state intraprese misure idonee a prevenirli oppure una videosrveglianza seria e non fatta per dare l’appalto e basta.
    Ma troppe ce ne sarebbero…

  3. quel che dici lo condivido e a mio avviso conferma in pieno la necessità di un PRG attinente la città che abbiamo sotto i piedi.
    Seppure nella tua analisi vi siano alcune imprecisioni (la casa del contadino è stata abbattuta 10 anni prima del PRG Piccinato o la questione strade che in alcuni casi tipo q4 q5 si riallaccia al tema consorzi), la sostanza è questa. Sul fatto che non ci sia nessuno che le denunci o che faccia altre proposte lo contesto in toto. Buona parte di quel che dici tu lo denuncia da circa 10 anni la Casa dell’Architettura anche tramite il sito in WEB GIS che riporta i PRG negli anni e le demolizioni effettuate dalla fondazione, inoltre sono 2 anni che noi facciamo politica su questi temi ma se non conoscevi la mia militanza forse è perchè non ne hai avuto notizia e non mi meraviglio, su questo sito è la prima volta che ci pubblicano e sui giornali locali è anche peggio, ma per fortuna abbiamo il nostro sito con una buona media di visitatori.
    Saluti
    Renato Malinconico

  4. Ringrazio dell’ulteriore delucidazione: certo è che se deve essere fatto un nuovo piano regolatore deve fissare determinate regole come quelle di non depauperare ulteriormente zone agricole facendole diventare zone residenziali ad uso dei professionisti di questa città così come accaduto a Fogliano, Il piano regolatore deve prevedere (al di la di sottigliezze come i cosiddetti consorzi , nuclei completamente abusivi situati vicino al mare, ci sono case regolarmente costruite negli anni 60 e 70) una sistemazione definitiva di realtà acquisite come le strade poderali a piè di pagina di Latina Oggi de 25/09/2010 ci sono alcune mie considerazioni in merito:
    http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b19fc5d20bedcf/pag14latinascalo.pdf