La riunione segreta degli ex di Forza Italia del Lazio

13/10/2010 di

«Si sono incontrati giovedì scorso in gran segreto a Vigna Clara, a casa del capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto. Hanno discusso a lungo. Esaminato i pro e i contro. Alla fine hanno deciso: basta subire i diktat delle correnti militarizzate di An che finora l´hanno fatta da padrone, condizionando le scelte di Alemanno ‘che ci ha sempre snobbatì e di Polverini ‘che fa tutto da solà. Ora che pure il comandante in capo Silvio Berlusconi s´è convinto della necessità di metter mano al partito, minato dalle troppe faide locali che rischiano di far implodere un Pdl in realtà mai nato, gli azzurri di Roma e del Lazio non intendono più stare a guardare. ‘Sarebbe masochista, oltre che dannosò il ragionamento. Sia che si vada a elezioni in primavera, come da molti paventato, sia che si promuovano i congressi territoriali per il rinnovo dei vertici cittadini, provinciali e regionali. Due appuntamenti difficili da affrontare in ordine sparso e senza una regia unica». Lo scrive Giovanna Vitale su La Repubblica.

«E così, guidati da un ‘partitistà della prima ora come Cicchitto e dal Commissario europeo con baricentro romano Antonio Tajani, i generali azzurri hanno stretto il »patto del pesto« (dall´ottimo pasticcio servito a cena) sancendo la nascita di una corrente organizzata: quella di Forza Italia dentro il Pdl. Personaggi e interpreti, seduti quasi tutti intorno al tavolo: il vicecoordinatore regionale Alfredo Pallone (costretto sempre più a fatica a reggere il Pdl laziale insieme all´ex aennino Vincenzo Piso), il coordinatore romano Gianni Sammarco (protagonista di diverbi epocali col sindaco Alemanno), il senatore Paolo Barelli, l´europarlamentare e assessore capitolino alla Casa Alfredo Antoniozzi, il senatore nonché ras di Latina e Fondi Claudio Fazzone (l´unico assente giustificato), i deputati Giulio Marini (che è anche sindaco di Viterbo) e Angelo Maria Cicolani (per Rieti). Un gruppo combattivo e organico, con tanto di sede e nome, ancora però da stabilire: s´era pensato a »Forza Lazio«, poi scartato »perché si rischiava di far arrabbiare i romanisti«. Un partito nel partito come mai s´era visto prima, con cui fare i conti su ogni scelta strategica assunta dal Pdl, sia amministrativa sia politica – si legge nell’articolo – L´ennesima prova, semmai ce ne fosse bisogno, dello scontro fra berlusconiani ed eredi del Movimento sociale, che in riva al Tevere ha ormai assunto contorni da duello rusticano. E che il movimentismo di Futuro e Libertà con relativa campagna acquisti in corso ha fatto deflagrare. Ma perché proprio adesso? A spiegarlo è uno dei ‘attistì in cambio dell´anonimato: ‘Berlusconi, che non ha mai voluto le correnti in quanto espressione di una certa prima Repubblica, si è però accorto che da quando nel Pdl sono entrati gli ex colonnelli di Fini, di fatto ne è diventato ostaggio. Col risultato che noi di Forza Italia, sebbene nel Lazio siamo più forti, rischiamo di contare meno rispetto ad An perché non siamo organizzati. E siccome lui ora ha accettato l´idea di fare i congressi, noi abbiamo deciso di far fronte comunè. Le cifre d´altra parte parlano chiaro: alle ultime Europee, escludendo le preferenze in automatico assegnate al capolista Berlusconi, i tre azzurri candidati nel Lazio hanno totalizzato gli stessi voti (circa 300mila) raccolti dai tre post-fascisti risultati eletti. Da qui la scelta di riunirsi, alla luce del sole, in una componente. E, soprattutto, di contarsi».

LA REPLICA DI FAZZONE – “Considerato quanto sono velenose e distorte le informazioni che qualcuno ha voluto veicolare attraverso la stampa sull’ormai famosa cena a casa di Fabrizio Cicchitto, viene il sospetto che sia proprio quel qualcuno, che magari non era presente (come non lo ero io), a lavorare per creare una corrente nel PdL, e per questo intende destabilizzare propalando notizie infondate il lavoro di Cicchitto, Tajani, Pallone e altri per l’unità del nostro partito”. Lo dichiara il senatore del PdL Claudio Fazzone. “Quel qualcuno – prosegue -, che ha ritenuto di speculare su una legittima cena fra dirigenti di partito convocata per fare il punto della situazione a seguito delle tante fibrillazioni che hanno attraversato la nostra regione, dovrebbe avere il coraggio di uscire allo scoperto per confrontarsi senza il comodo scudo dell’anonimato. Nell’attesa, ricordiamo all’anonimo seminatore di discordia che Forza Italia nella sua storia non ha mai conosciuto correnti, e per questo i dirigenti che provengono da quell’esperienza si stanno prodigando affinché anche gli altri ‘ex’ confluiti nel Popolo della Libertà possano superare dualismi e divisioni. Cicchitto e gli altri ‘commensali’ hanno un solo obiettivo, nel quale anch’io mi riconosco: cementare il PdL attorno a una visione unitaria, consolidando sul territorio il progetto del presidente Berlusconi e sostenendo Renata Polverini e gli amministratori locali, a cominciare dal sindaco Alemanno, nella realizzazione del programma elettorale, con una classe dirigente coesa e concentrata nell’adempimento del proprio mandato. Tutto questo, evidentemente – conclude Fazzone -, è lontano anni luce dalla politica dei giochetti, delle veline anonime e dei veleni a mezzo stampa”.