Cronologia/La vita di Andreotti tra politica e inchieste
Giulio Andreotti è morto a 94 anni, la maggior parte dei quali ai vertici della politica italiana. La vita di Giulio Andreotti è stata una lunga sequenza di date che scandiscono prima il suo «cursus honorum», poi la sua odissea giudiziaria.
Queste le principali tappe:
1919- Nasce a Roma il 14 gennaio.
1941- Si laurea in Giurisprudenza, specializzandosi in Diritto canonico.
1942- Presidente nazionale degli universitari dell’Azione cattolica.
1944- Consigliere nazionale della Dc.
1945- Si sposa con Livia Danese. 1946- Deputato Costituente con oltre 25 mila voti.
1947-1954- Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Alcide De Gasperi.
1954- Ministro dell’Interno nel primo governo Fanfani.
1955-1958- Ministro delle Finanze.
1959-1965- Ministro della Difesa.
1966-1968- Ministro dell’Industria.
1969-1972- Presidente dei deputati della Democrazia cristiana.
1972-1973- Presidente del Consiglio nei due governi di centro-destra.
1972- Record di preferenze personali alle elezioni politiche: 367 mila.
1974-1976- Ministro della Difesa e del Bilancio nei governi Rumor e Moro.
1976-1979- Presidente del Consiglio nei tre governi di solidarietà nazionale.
1979-1983- Presidente della commissione Esteri della Camera.
1983-1989- Ministro degli Esteri nei governi Craxi, Fanfani, Goria e De Mita.
1989- Record di preferenze alle elezioni Europee: 500 mila nella circoscrizione Nord-Est.
1989-1992- Presidente del Consiglio per la sesta e settima volta.
1991- È nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
1993- 27 marzo: Al Senato arriva la richiesta di autorizzazione a procedere per concorso in mafia: è avanzata dalla Procura di Palermo.
1995- 20 luglio: La Procura di Perugia chiede l’autorizzazione a procedere per Andreotti con l’accusa di omicidio nei confronti del giornalista Carmine Pecorelli.
1999- 26 settembre: Comincia nell’aula bunker dell’Ucciardone, a Palermo, il «processo del secolo». L’accusa si è trasformata in associazione mafiosa.
1999- 30 aprile: Al processo Pecorelli i Pm chiedono l’ergastolo per tutti gli imputati.
1999- 24 settembre: Dopo oltre 100 ore di camera di consiglio arriva il verdetto per lì omicidio Pecorelli: tutti assolti per non aver commesso il fatto.
1999- 23 ottobre: Al processo di Palermo Andreotti è assolto con la formula «dubitativa».
2001- 19 aprile: Inizia il processo di appello a Palermo.
2002- 17 novembre. La Corte di Assise di appello di Perugia condanna a 24 anni di reclusione Giulio Andreotti e Tano Badalamenti per l’omicidio Pecorelli.
2003- 2 maggio: La Corte di appello di Palermo conferma, con alcune modifiche, la sentenza di assoluzione per Giulio Andreotti dall’accusa di associazione mafiosa.
2003- 30 ottobre: La Cassazione annulla senza rinvio la sentenza sull’omicidio Pecorelli: di fatto è l’assoluzione piena da qualsiasi responsabilità per Andreotti e Badalamenti che sono estranei alla uccisione del giornalista avvenuto il 20 marzo 1979.
2004- 28 dicembre: La Cassazione conferma la sentenza di assoluzione nel processo per mafia: la sentenza di Palermo diviene così definitiva. Prescrizione per il delitto di associazione a delinquere fino alla primavera del 1980 e l’assoluzione per il reato di associazione mafiosa dal 1980 in poi. I magistrati annotano che è dubbio il ruolo di Andreotti per i rapporti con Cosa Nostra prima del 1980, visti anche gli incontri con il boss Stefano Bontade, i legami con Vito Ciancimino e con i cugini Nino e Ignazio Salvo: ma la questione non può essere approfondita dato che i fatti sono coperti da prescrizione.
2013- 6 maggio: alle 12 e 25 Giulio Andreotti si spegne, all’età di 94 anni, nella sua abitazione di corso Rinascimento, a Roma.