Da Castelforte a Torino in gran segreto, Nichi Vendola sposa Eddy Testa

28/11/2017 di

Dopo 13 anni di convivenza e un figlio, nato con la tecnica della maternità surrogata, Nichi Vendola ha sposato Eddy Testa. L’unione civile tra l’ex presidente della Regione Puglia e il creativo di origini canadesi è stata celebrata, in gran segreto, a Rivalta, comune dell’area metropolitana di Torino guidato dall’amico sindaco Nicola De Ruggiero. È stato proprio il primo cittadino a unirli alla presenza dei parenti più stretti e di pochissimi amici. Il ‘fatidico sì sabato scorso, ma la notizia è trapelata soltanto oggi.

«Vorrei sposarmi con Ed, se lui me lo chiederà», aveva annunciato Vendola pochi mesi prima di concludere il suo mandato da governatore della Puglia. Un desiderio che, in realtà, il primo gay dichiarato a entrare in Parlamento non aveva mai nascosto, per rendere ufficiale una unione iniziata nel lontano 2004. Dopo il loro primo incontro in un bar di Roma, Nichi e Eddy, 59 e 41 anni, non si sono più lasciati.

I due hanno costruito un rapporto solidissimo, che ha sfidato luoghi comuni e tabù politici. Fino alla nascita di Tobia Antonio, che oggi ha circa venti mesi, avuto da Eddy in America ricorrendo all’utero in affitto di una 29enne americana, con tutte le polemiche che ne sono conseguite.

«Non c’è volgarità degli squadristi della politica che possa turbare la grande felicità che la nascita di un bimbo provoca», aveva sottolineato Vendola respingendo le accuse di «disgustoso egoismo» del leader della Lega Matteo Salvini o del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che aveva puntato il dito contro «questa sinistra che usa il turpe metodo dell’utero in affitto per inventarsi genitori dei figli degli altri».

Per il piccolo Tobia nell’ottobre dell’anno scorso è arrivato anche il battesimo, nella chiesa di San Michele, a Castelforte (Latina), dove la famiglia del politico ha scelto di risiedere lontano dai riflettori. Perché è così che i coniugi Vendola hanno deciso di vivere la loro paternità – «non permetteremo che il corpo di nostro figlio diventi una bandiera dei diritti civili. Vogliamo soltanto poter vivere in pace» -. E, ora, anche lo scambio degli anelli e la promessa di fedeltà. Potevano farlo in Canada, ma dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili hanno preferito l’Italia. E la scelta è caduta su Rivalta, fino a qualche anno fa famosa per lo stabilimento Fiat dove sono state prodotte, tra i tanti modelli, le prime 128.