Acqua sporca a Ventotene, il sindaco presenta una denuncia ai carabinieri

18/08/2018 di

Dopo la denuncia dell’Otuc scoppia il caso dell’acqua a Ventotene. Non solo a Ferragosto turisti e residenti sono rimasti a secco da mattina a sera, ma hanno visto uscire dai rubinetti un liquido giallognolo che ha destato grande preoccupazione tanto che oggi il sindaco Gerardo Santomauro ha deciso di andare dai Carabinieri per sporgere denuncia contro il gestore idrico Acqualatina Spa che distribuisce acqua a Ventotene attraverso il dissalatore skid istallato a novembre scorso e della cui gestione è responsabile, anche contro ignoti, «per tutti quei reati che dovessero emergere nel corso delle indagini».

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I DUBBI. A muovere il primo cittadino un interrogativo cruciale: l’acqua che arriva nelle case di Ventotene, nei ristoranti, nello storico panificio, si può bere oppure no? «La mia attenzione – spiega all’Adnkronos – è rivolta a sapere se ci sono le condizioni per la potabilità dell’acqua. Le analisi che ci hanno fornito sono molto preoccupanti. Io non sono un tecnico ed ho chiesto alla Asl di esprimere un parere in merito ma finora non c’è stata alcuna pronuncia». C’è però una evidenza empirica e cioè la «torbidità dell’acqua con conseguente non potabilità, né utilizzo per consumi umani», come si legge nella querela.

Ci sono le segnalazioni di chi ha riscontrato «allergia da contatto e fenomeni di sensibilità» per cui «anche lavarsi diventa una operazione difficile». E c’è la comunicazione dello stesso gestore che in data 24 maggio 2018 ha fatto presente al Comune di Ventotene e alla Asl di Latina in una tabella «i valori riscontrati di torbidità e ferro da cui si evidenziano superamenti in alcune zone nella rete idrica comunale» nonché superamenti del parametro boro. E la Asl ancora tace, mentre il gestore Acqualatina “che abbiamo sollecitato a fare interventi più massicci, ci ha risposto che ha tempo fino al 2030 per fare gli interventi ma noi non possiamo aspettare”.

La situazione insomma sta «diventando insostenibile – tuona Santomauro – Rispetto alle grandi attese che c’erano per il dissalatore e l’autonomia idrica, a un anno di distanza ci troviamo di fronte a un sistema che, invece, non sta dando buona prova di sé. Ma questo, secondo le persone più esperte, era prevedibile perché un dissalatore (che ci vedeva favorevoli nella sostanza se pure con alcune perplessità sulle modalità di attuazione) pone l’esigenza preventiva di adeguare tutto il sistema di impianti e di tubature. Ed essendo invece questo sistema vecchio, l’acqua porta via la ruggine passando nei tubi ed esce così dai rubinetti».

«Da parte del gestore Acqualatina non c’è stata, però, una adeguata opera di messa in funzione con un impianto nuovo e di adattamento delle tubature esistenti. Cosa che – sottolinea Santomauro – andava fatta prima che il dissalatore entrasse in funzione».

E ora? «Oggi – spiega il sindaco – c’è un tentativo troppo lento di adeguare le tubature che si sta rivelando insufficiente». A questo punto «mi auguro che la magistratura intervenga per far pronunciare la Asl perché è l’unica deputata a stabilire se c’è o meno una pericolosità per la salute umana. L’esperienza e il comune sentire ci porterebbero a ritenere che c’è un pericolo effettivo ma non essendo noi degli esperti attendiamo che la Asl si pronunci. Non può più indugiare».