Strage di Cisterna, niente funerali per Capasso. La moglie Antonietta è fuori pericolo

02/03/2018 di

Niente funerali in chiesa a Secondigliano per Luigi Capasso, il carabiniere che ha ucciso le figlie, ferito la moglie e poi si è ucciso. La salma, accolta da urla e insulti, è stata benedetta nel cimitero napoletano di Poggioreale: tutto questo mentre diventa sempre più chiaro che Capasso aveva premeditato tutto, perchè nell’appartamento sono state trovate lettere in cui il militare dava delle disposizioni per dopo la morte, sua e della famiglia.

La procura di Latina, quella militare e l’Arma dei carabinieri, intanto, indagano per capire se la strage poteva essere evitata. Mentre Antonietta Gargiulo, l’unica superstite, ancora sedata in ospedale, non sa ancora della morte delle figlie.

Per volontà della famiglia, la salma di Capasso è stata benedetta nel cimitero di Poggioreale. Nessuna decisione sulle esequie è stata adottata dalla Questura di Napoli che fa sapere che la scelta di non far giungere il feretro, come previsto, nella chiesa di Secondigliano, è stata adottata dai familiari del carabiniere.

E nel pomeriggio, quando il feretro di Capasso ha lasciato il cimitero di Cisterna alla volta di Napoli dove si sarebbe dovuto tenere il funerale in chiesa, poi saltato, diversi cittadini hanno gridato «Vattènne» e «assassino» all’indirizzo della bara.

La magistratura e l’Arma intanto indagano per cercare di capire se vi siano responsabilità o omissioni da parte di istituzioni o soggetti che erano preposti a monitorare le condizioni psichiche dell’uomo e l’eventuale pericolo che correvano madre e figlie, anche in considerazione degli esposti presentati dalla donna.

«Stiamo acquisendo ogni elemento utile – spiega il procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza – da prima ancora dell’esposto presentato dalla donna a settembre. Stiamo accertando se ci siano eventuali responsabilità e se siano state attivate tutte le misure previste nei casi in cui si ravvisi una condizione di pericolo».

Da alcune telefonate tra Luigi, la moglie e la figlia più grande, che lo stesso carabiniere avrebbe registrato, si capisce il clima di paura nel quale vivevano le tre donne della famiglia.

In una Capasso invita la figlia a vedere le luminarie a inizio dicembre, lei esita. Il padre tenta di rassicurarla, «Non ti preoccupare di papà non ti faccio niente». E lei: «Lo so che tu non mi faresti mai del male», e Luigi prontamente: «No, mai mai». Ma lei di uscire «da soli» non se la sente. In un’altra telefonata la moglie si sfoga: «Dimmi sono stata felice sedici anni di matrimonio? Sono stata svergognata, tradita, maltrattata, picchiata. Sul posto di lavoro svergognata (…). Perché non è solo l’episodio qua fuori, io e te sappiamo la verità…».

Della paura che le figlie avevano del padre parla anche l’avvocato Maria Belli, legale di Antonietta, «non riesco a togliermi dagli occhi le due bambine ogni volta che venivano con la madre». E ancora: «Se è vero che era stato sospeso per 8 giorni, come si fa dopo 8 giorni a dichiarare una persona idonea e soprattutto a ridargli la pistola d’ordinanza?».

Emerge inoltre, secondo quanto riporta oggi Il Messaggero, che Capasso aveva premeditato tutto: aveva predisposto infatti precise disposizioni per vendere la casa, chiudere le utenze e dividere i soldi che gli erano rimasti tra i parenti.

La scoperta più agghiacciante, racconta il quotidiano, la scoperta di un assegno da 10mila euro destinati al pagamento dei funerali per se stesso, la moglie e le figlie.

Intanto Antonietta è stata sottoposta a un intervento alla mascella sinistra, colpita da un proiettile, ed è ancora ricoverata nella terapia intensiva dell’ospedale San Camillo. Il decorso post operatorio è buono e la prognosi rimane riservata. Ma non sono solo le condizioni fisiche della donna a preoccupare i medici: Antonietta è ancora sedata e non avrebbe ancora saputo della morte delle figlie.